…Tra verdi colline di uliveti secolari e campi coltivati che da Teano arrivano a Sessa Aurunca si snoda la Via Adriana. D a Teano i blocchi basaltici dell’antica strada romana si vedono presso le Rocce del Diavolo fino alla Croce per Casamostra, poi la strada provinciale asfaltata si sovrappone alla via romana per un lungo tratto. …Le pietre basaltiche grigie della strada, tratte da una cava limitrofa alla fonte ancor oggi visibile, si snoda no sull’amena collina da cui si gode un panorama incantevole: si ammira la Campania felix.
Se ci si ferma, nel silenzio interrotto dal cinguettio degli uccelli o dal saluto di qualche casuale passante, si vedono le cime innevate dei monti del Matese, Monte Canneto con il suo pendio bruciato, Teano nella sua conca, il nastro lontano dell’autostrada, i paesi del circondario e, da lontano, si gode il luccichio del mare….
In queste poche righe ci sembra di percorrere questi luoghi e ricordare un paesaggio incontaminato quasi bucolico …. Il risveglio è tutt’altra cosa….
In località S.Lieno e più precisamente alle“Rocce del Diavolo” alcuni balordi hanno danneggiato un ponte in muratura, a volta, non databile per anno di costruzione (patrimonio della collettività), che consente il valico del ruscello e quindi l’accesso al fondo Cangiano, non avendo altre strade di accesso , come risulta da una controversia (che si è conclusa positivamente in giudizio per il diritto di passaggio con la confinante,residente in Casamostra di Teano). Il ponte è stato semi distrutto e alcuni blocchi di tufo sono stati scaraventati nel sottostante ruscello. Il luogo non è nuovo a queste forme di vandalismo…. Nel lontano 20/08/2002 veniva denunciata al Comando dei Carabinieri la presenza di una massa di pietre laviche di grandi dimensioni (alcune tonnellate), che impedivano il transito. Nel lontano 8/02/2005 venivano costruiti dei pilastri di cemento (sempre sopra il ponticello ) e successivamente riconosciuta la non conformità dei pilastri, se ne decretava l’abbattimento da parte degli organi competenti (ma gli organi competenti non sapevano dove questi enormi pilastri di cemento venivano costruiti? Su un ponticello, su un fondo rurale , tale bruttura, nel parco naturale di Roccamonfina!
Sembrerà strano …. Ma i pilastri sono ancora in bella mostra a difendere non si sa cosa in un sito naturalistico , forse si vuol evitare l’accesso ad una fonte che da millenni sgorga ed era il luogo ambito dalle famiglie, per “scampagnate” nel lunedì in albis, oppure si vuole precludere il transito sullo stesso, che da secoli viene esercitato dai proprietari terrieri per accesso ai propri fondi e a chiunque può menarsi in quei luoghi per lunghe e salutari passeggiate? Trattandosi di luoghi soggetti a vincolo, l’esecuzione di tali brutture, hanno alterato notevolmente e danneggiato l’ambiente in cui è inserito. Se ripercorriamo tutto l’iter si ha l’ impressione che tutto ruota intorno al vecchio ponticello del Rio Misseri…. Che dire! Dove non ci sono riusciti i “Briganti”( Si! I briganti che vi hanno soggiornato nel periodo dell’Unità d’Italia ) ci riuscirà forse qualche novello diavoletto che ha deciso di distruggerlo….
Vicario Sallustro