Se ne va dall’ateneo Emiddio Scoglio: una vita spesa nell’Università e per l’Università di Cassino. Trent’ anni di onorata carriera – da funzionario a dirigente – in cui il dottor Scoglio si è distinto per la sua serietà e per le sue capacità. Chi lo conosce bene ammette con rammarico che l’Ateneo perde non solo un ottimo dirigente, ma una grande persona che ha fatto del suo rapporto quotidiano con studenti e docenti – nella sua concezione di un’amministrazione che deve essere al servizio del cittadino – il suo stile di vita professionale. E’ arrivato a Cassino tre anni dopo la fondazione dell’Ateneo: sono passati Rettori, si sono succeduti direttori amministrativi, sono nate nuove facoltà, si è costruito il Campus della Folcara, sono iniziati ad arrivare decine di migliaia di studenti che hanno trasformato Cassino da una cittadina a città universitaria: in tutte queste fasi lui c’era. Non in primo piano, quasi mai sotto i riflettori per ricevere applausi e complimenti per gli importanti traguardi che negli anni ha raggiunto l’Università. Ma c’era. Emiddio, una vita da mediano con dei compiti precisi, a coprire certe zone, a giocare generosi: lì, sempre lì, lì nel mezzo: finchè ne ha avuto è stato lì. Poi, com’è ovvio, quando hai dato troppo devi andare e fare posto. Emiddio se ne va ma porterà sempre nel cuore i “suoi” studenti. «Il rammarico più grande – dice – sarà non per più avere un rapporto quotidiano con loro: mi hanno dato tanto». E lui ha dato tanto a loro.
Non poteva mancare una domanda classica, se si vuole, ma che è quella che coglie forse il passaggio più importante nella vita di un professionista arrivato alle soglie del pensionamento, gliela rivolge Alberto simone, responsabile del giornale universitario Vox Studenti:
Cosa le mancherà di più del suo lavoro ora che è in pensione?
“Non sopporto l’idea di non poter essere più utile a qualcuno ogni giorno, ma soprattutto mi mancherà il rapporto quotidiano con gli studenti ai quali sono molto affezionato. Di contro sono contento perché avrò più tempo per me, per i miei affetti e per i miei hobbies. E comunque sono felice di andare via anche perché l’organizzazione del lavoro non è più come prima. Sono abituato alla correttezza istituzionale: il mio riferimento è stato sempre quello dei funzionari vecchio stampo che anzitutto hanno rispetto per gli altri”.
E qui si legge quel pizzico di malinconia da parte di chi ritiene di aver dato tutto quello che poteva per conservare quello che egli riteneva fosse la parte migliore della società che lo ha visto protagonista ma che è costretto ad assistere , purtroppo, ad un cambiamento che forse non è proprio quello che egli avrebbe voluto.
Vai amico Emiddio! Racconta ai tuoi figli e nipoti la tua vita, della tua famiglia, fagli assaporare il gusto delle cose vecchie ma sane, delle cose umili ma grandi e…
«E poi la gente, perchè è la gente che fa la storia, quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare. Quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi, perchè nessuno la può fermare. La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che…ce ne andiamo».
Le redazioni di Vox Studenti e de Il Messaggio