Arduo e complesso, ma certamente affascinante, è il compito di immergersi nelle origini dei popoli dell’Italia Antica.
Nella Campania Settentrionale, il territorio compreso tra il gruppo vulcanico di Roccamonfina, gli ultimi rilievi Trebulani, il monte Massico e la piana costiera fu occupato in epoca storica dal popolo dei Sidicini.
Un gruppo tribale di stirpe italica e di lingua osca, una comunità organizzata con villaggi segnati da piccoli nuclei di necropoli.
Virgilio, nel VII libro dell’Eneide, li cita nell’elenco degli Italici che si shierarono con Turno contro Enea:” et quos de collibus altis Aurunci misere patres Sidicinaque iuxta aequora= e quelli che i padri Aurunci mandarono dagli alti coll i e (quelli) presso le pianure(letteralmente spiagge) Sidicine”
Strabone (V, 4, 10) definisce Teanum Sidicinum, capitale dell’omonimo popolo, la più importante città dell’Alta Campania , subito dopo Capua.
I Sidicini erano appunto una delle popolazioni italiche dell’Italia antica, vicini dei Sanniti e dei Campani, che avevano per capitale Teanum Sidicinum , l’attuale Teano. Il loro territorio si estendeva verso nord, fino alla valle del fiume Liri.
Strabone afferma che erano un popolo osco estinto, infatti, le monete di Teano riportavano iscrizioni in osco.
I doni votivi provenienti dai santuari extraurbani, così come i ricchi corredi funebri rinvenuti nelle varie necropoli, sono esposti con lodevole criterio museale dal 2001 nel Museo archeologico di Teanum Sidicinum, che ospita anche reperti di età romana e tardoantica.
I Sidicini furono menzionati da Tito Livio per la prima volta nell’anno 343 a .C., quando, insediati in un territorio strategico per gli interessi espansionistici dei Sanniti, sentendosi minacciati, chiesero aiuto ai Campani, che vennero però sconfitti. I Campani chiesero allora l’intervento di Roma che, interessata alla conquista di quei territori, diede il via alla prima guerra sannitica.
La pace venne raggiunta due anni dopo, nel 341 a .C., e i territori dei Sidicini passarono sotto l’influenza dei Sanniti; i Sidicini si unirono allora alle popolazioni ribelli della Lega Latina che però, sconfitta dai Romani e dai Sanniti, si sciolse al termine della guerra latina (340 a .C. – 338 a .C.)
Nel 337 a .C. i Sidicini, alleati degli Ausoni di Cales, dichiararono guerra agli Aurunci che, sconfitti, furono espulsi dalla loro capitale, Sessa Aurunca. I Romani difesero gli Aurunci, sconfiggendo i Sidicini e gli Ausoni. Cales venne occupata e nel 332 a .C. anche il territorio dei Sidicini venne occupato, ma Teano, la capitale, resistette impavidamente. L’esito finale del conflitto è ignoto, ma presumibilmente nel 297 a .C. erano già in progressiva romanizzazione, dal momento che in quell’anno ci fu un attacco contro i Sanniti da parte delle forze romane partendo dal loro territorio.
C`è una particolarità che non va dimenticata di questo popolo I Sidicini è uno dei pochi popoli italici che riuscì a conservare la propria originaria identità culturale anche dopo la romanizzazione.
In effetti anche gli aspetti religiosi sembrano configurare l’impressione ricavabile dai fatti artigianali circa la connotazione di quest’area come salvaguardia gelosa della propria autonomia culturale e politica. La comunità sidicina, infatti, pur avendo frequenti e proficui rapporti con” l’estero”, è stata in grado di rielaborare le esperienze, le mode artigianali e artistiche esterne, in forma propria, del tutto originale, autonoma e pregiata.
Prof. Griselda Nora Garibaldi
“Dante Alighieri” di Buenos Aires