Questo articolo è stato scritto da una studentessa del Liceo Classico di Teano. Affronta il problema del Liceo Classico, un indirizzo scolastico di cui si sta cercando di sminuirne i valori culturali e formativi. Da qui la riduzione di iscrizioni a livello nazionale che però non risparmia l’Istituto di Teano verso il quale indirizzeremo la nostra attenzione nei prossimi giorni. Sulla qualità ed il livello di professionalità espresso da questo Istituto, qualche riflessione riserviamola a dopo aver letto questo articolo.
Il liceo classico è una nave che sta naufragando nell’oceano dell’ignoranza, della noncuranza e dell’inconsapevolezza. È la nave che vanta il più grande carico culturale di sempre, che è approdata sulle coste della Magna Grecia, dell’Egitto, dell’Asia Minore. Ha viaggiato per lunghi anni, quando Gesù Cristo non era nemmeno un’idea, trasportando i personaggi più illustri della storia. Insieme ad essa, ora, annegherà il metodo socratico, lo Stato ideale di Platone, la ricerca del bello di Fidia, la comicità di Plauto e la psicologia del teatro Terenziano. Annegheranno i gloriosi eroi dell’Iliade e dell’Odissea e nessuno porgerà loro una mano per salvarli, anzi, saranno uccisi dall’amaro veleno dell’indifferenza e della superficialità.
In tv giustificano questa silenziosa e lenta morte dicendo che è difficile poter trovare lavoro dopo gli studi classici, che non serve passare il tempo sui vocabolari di greco e latino perché tanto sono "lingue morte". Se solo sapessero quanto attuali sono in realtà. Ad esempio, nel 2015 abbiamo problemi di xenofobia ed omofobia, senza sapere che uno dei più grandi commediografi latini diceva:" homo sum: humani nil a me alienium puto", (sono un uomo: niente di ciò che è umano considero estraneo a me). Per non parlare del concetto di τ?χη, (giustizia) che i greci avevano molto a cuore, dando uno schiaffo morale alla corruzione che si sarebbe presentata millenni dopo, soprattutto con la nostra società.
Il Liceo Classico può anche cessare di esistere, ma non dimenticate che le basi del nostro essere sono da ricercare nel nostro passato. D’altronde, siamo la generazione della musica senza senso, dei libri che rimangono invenduti perché a
nessuno interessa più leggere, dei telefoni super tecnologici che limitano i rapporti umani. Cosa ci si può aspettare da noi?
Mentre uno dei più grandi filosofi greci iniziava il suo cammino ammattendo la sua ignoranza, noi crediamo di sapere già tutto. Ci sentiamo superiori, evoluti, abbiamo la tv, le macchine, i computer. Non c’è mica bisogno di una cultura!
Siamo nel 2015, eppure mi vergogno soltanto nel dover fare un confronto con coloro che sono vissuti millenni fa.
Non è giusto puntare il dito contro qualcuno, ma non è altrettanto giusto infangare il nome di chi, grazie agli studi classici, ha intrapreso una carriera da medico, avvocato, psicologo, insegnante.
Se potessi tornare indietro, la mia crocetta sarebbe ancora una volta accanto alla voce "Liceo Classico" perché è grazie ad esso se oggi posso vantare un bagaglio culturale che va ben oltre il bisogno di un lavoro.
Si può avere fame di tante cose: cibo, alcool, soldi, amore. Io, invece, ho fame di cultura, di scoperta e non è vero che non ci si può nutrire di sapienza, perché la sensazione di sazietà che rimane dopo aver tradotto un verso dell’Odissea va ben oltre la vera sazietà. Abbiate fame di cultura, nutritevi di sogni e raggiungeteli attraverso la sapienza. Non accontentatevi di ciò che vi viene detto, approfondite gli studi, andate oltre. Ricordate che un popolo ignorante è facile da governare e giostrare a proprio piacimento, un popolo colto, invece, fa paura.
"Considerate la vostra semenza:
Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtute e canoscenza."
Preziosa Ventriglia