Oggi riflettevo. Riflettevo, e oggetto delle mie riflessioni erano i votanti dell’attuale amministrazione, che a metà strada del suo “mandato” “già” iniziano ad avere i primi scossoni. Riflettevo e mi è venuta in mente una canzone, che, perché no, mi voglio prendere anche la briga di dedicarla loro: “Minuetto”, interpretata dalla compianta Mia Martini e messa su dal compianto Franco Califano (per citarne due a caso). La succitata canzone ha inizio con le seguenti parole: “E’ un’incognita ogni sera mia, un’attesa pari a un’agonia”. Vi chiederete: perché proprio questa canzone? Perché. Perché il rapporto che hanno questi votanti con il loro idolo mi ricorda molto i flirt di molti teenager, del passato e non, che intraprendono la loro avventura estiva, magari riponendo sul loro comodino il loro partner fisso, riservato al lungo inverno, per poi ritornare tra le sue braccia a settembre, con la piccola differenza che, nel caso della politica locale, l’estate si riduce alla durata della campagna elettorale, elezioni comprese, mentre l’inverno se lo portano addosso per ben cinque anni. “Un’attesa pari a un’agonia” perché per questo relativamente lungo periodo di tempo, il/la ragazzetto/a di turno sparisce nel nulla per poi sbucare dal passato, resuscitare (spesso assumendo anche l’aspetto di chi è incline a queste cose) durante la campagna elettorale e di nuovo sparire, una volta finito tutto, dando vita così a un circolo vizioso senza fine, a meno che, un giorno, oltre al cuore dei votanti, si ribellerà anche il loro corpo, non di certo come la protagonista della canzone. Ebbene sì, parlo proprio del loro corpo, quello a cui calano le brache per i “mesi estivi”, dando la possibilità al candidato di turno (spesso sempre lo stesso, tra l’altro. E non sia mai qualcun altro si possa permettere di rubargli il posto!) di poter inquadrare per bene il centro, per poi ritrovarsi, durante tutto il lungo inverno, con un orifizio sempre più largo. Però, ha una bacchetta magica di “spessore” notevole questo qui, meglio tenerselo stretto! Peccato che, a lungo andare, il “dolore” e i sensi di colpa prendano il sopravvento…
Se si parla di relazioni, però, penso sia giusto fare un riferimento anche all’amore, e a quanto mi è capitato di leggere ne “L’arte di amare” di Erich Fromm (libro che consiglio di leggere). Egli scrive e ritiene che il carattere attivo dell’amore si fonda sempre su certi elementi comuni a tutte le forme di amore, ossia: premura, responsabilità, rispetto e conoscenza. Non è però mia intenzione divagare e, siccome stiamo parlando di politica (locale) mi soffermerei solo ed esclusivamente al secondo punto, quello della responsabilità. Erich Fromm scrive: “La responsabilità non è un dovere, ma è la risposta al bisogno, espresso o inespresso di un altro essere umano. Essere responsabile significa essere pronti e capaci di rispondere […]. La persona che ama risponde”. Prima parlavo di teenager, ma in effetti la possibilità di concedere il proprio voto (o, come ho detto prima, anche qualcos’altro) viene data al sopraggiungere della maggiore età, ergo alla fine di questa piccola “era”. Proprio per questo, che dite, non è il caso di far maturare la vostra idea di amore, anche in fatto di politica?
Claudia Gliottone