Nunzio De Nunzio, 60 anni ed il figlio Giovanni 27 anni, entrambi incensurati, hanno trascorso l’ultimo giorno dell’anno in famiglia, presso la loro abitazione nella frazione San Marco di Teano. Padre e figlio, dopo essere stati arrestati dai carabinieri di Carinola, con l’imputazione di detenzione e commercio di materiali esplodenti ed omessa denuncia all’autorità di Pubblica Sicurezza, hanno potuto fare ritorno a casa nel tardo pomeriggio del 29 scorso, dopo che, assistiti dall’avvocato Gaetano La Milza, il Giudice ha ritenuto di convalidare l’arresto solo per il figlio Giovanni derubricando il reato nel solo possesso per uso personale e mancata comunicazione alle autorità di PS.
La vicenda ha avuto inizio il 27 dicembre scorso, allorchè, verso le ore 13 la casa dei De Nunzio veniva circondata dai carabinieri della stazione di Carinola i quali, hanno prima fatto irruzione nell’abitazione dei De Nunzio per poi dirigersi nel locale garage adiacente l’abitazione. Qui i militari hanno rinvenuto circa 150Kg. di fuochi non consentiti, di vario tipo e pericolosità. Sul posto i carabinieri hanno contestato ai proprietari, padre e figlio, l’illecita detenzione e la mancanza di qualsivoglia comunicazione alle competenti autorità.
L’arresto è scattato immediatamente ed i due sono stati trasferiti presso il carcere di S.Maria C.V. La vicenda, a detta di quanti vi hanno assistito e da quanto è trapelato dagli articoli giornalistici, ha mostrato aspetti addirittura plateali per l’eccessivo schieramento di forze utilizzate per portare a termine una ispezione e sequestro in una abitazione notoriamente occupata da una famiglia perbene, conosciuta in paese perché composta da professionisti stimati da tutti, il padre è un funzionario dello Stato, la mamma professoressa di Scuola Superiore.
Stupore e molta amarezza sono i sentimenti che prevalgono tra i familiari dei protagonisti di questa vicenda che, non va assolutamente sottovalutata, ma alla quale si è attribuito forse molta più enfasi di quanto avrebbe meritato. Non è facile immaginare lo stato d’animo con il quale questa famiglia ha trascorso questi giorni, non è facile immaginare cosa sia passato nella testa di due genitori che, a quanto si apprende, hanno sempre cercato di condurre una vita familiare sana e nei binari della legalità. La notizia, riportata con molta enfasi su quasi tutti i quotidiani locali, come una grande operazione di polizia, aveva creato stupore e sconcerto nell’opinione pubblica del piccolo paese che però, ha tirato un sospiro di sollievo una volta appreso che, i primi provvedimenti della magistratura, sono consistiti in un drastico ridimensionamento delle iniziali accuse e con il ritorno a casa dei due presunti imputati.
La vicenda ora è avviata nei binari della procedura penale che si concretizzerà in un apposito processo nel quale il giovane Giovanni dovrà giustificare come e perché si trovavano tutti quei fuochi nel proprio garage.
La prima dichiarazione rilasciata dall’avvocato La Milza, al rientro dal carcere di S.Maria C.V., è stata rivolta alla posizione del padre, il signor Nunzio in merito alla quale ha precisato che: “Il signor Nunzio, scagionato da ogni addebito, potrebbe avviare un’azione di responsabilità nei confronti dei carabinieri che hanno operato un arresto non convalidato dal magistrato e dunque applicando una misura non conforme alla legge”.
Come si vede la vicenda, fortunatamente ridimensionata sul profilo delle responsabilità penali, potrebbe ulteriormente complicarsi se la comprensibile reazione del signor Nunzio dovesse trasformarsi in una decisa ma comprensibile azione di rivalsa.
Severino Cipullo