La chiamano “la panoramica “ , la via che collega Itri a Sperlonga
La stretta e tortuosa strada corre tra boschi di sugheri ,una volta ricchezza del territorio,boschi luoghi di grande bellezza e suggestione. Una cisterna romana segna topograficamente il luogo in cui la strada comincia la discesa verso la costa. Il mare appare improvviso all’orizzonte. E’ una macchia di azzurro che si insinua di prepotenza tra il verde di montagne selvagge, luoghi biblici. La linea azzurra acquista volume corposità man mano che la macchina continua la sua discesa .Un tornante e poi il mare diventa sempre più visibile, sempre più grande ,immenso. Sulla linea dell’orizzonte si staglia la sagoma dell’isola di Ponza ,lontana e vicina nello stesso tempo. Ed ecco, un altro tornante e il mare infinito si infrange sulla spettacolare linea di costa, dall’ampia spiaggia che collega Sperlonga a Terracina .Sullo sfondo il Circeo.
Netta la sensazione di avere di fronte un’isola , l’isola di Enea ?, l’isola della maga Circe che continua a mantenere il mistero anche sullo stesso luogo dove il padre Il Sole la trasferì dalla lontana Colchide per salvarle la vita? E’ questo il tratto più bello della strada perché essa offre proprio in questo punto un’immagine omerica dei luoghi. Il mare, i luoghi sono incredibilmente quelli che solcavano i micenei , i greci, i romani , uomini che prima di noi hanno potuto ammirarli. Il fascino di questi stessi luoghi ha ispirato quelle leggende , quei miti, impalpabili veli di eventi reali, proiezioni dei sogni delle speranze delle illusioni delle generazioni che ci hanno preceduto. Le immagini sono ancora incredibilmente quelle omeriche. Il piccolo borgo di Sperlonga ancora non c’è. Esso appare subito dopo, all’improvviso, a ricordarci il presente. Un pugno di case su un promontorio. Una torre sul mare a difesa del borgo. Il fascino è ancora intatto. La strada termina di colpo e si innesta pericolosamente sulla più importante via Flacca ,la cui apertura nel 1957 aveva permesso il rinvenimento delle sculture dei grandi artisti rodii Agesandro, Atanadoro e Polidoro che l’imperatore Tiberio aveva voluto come arredo della sua grotta ninfeo, all’interno della sua villa e che ora si offrono all’ammirazione nel Museo appositamente realizzato sul luogo.
Anche Tiberio era stato suggestionato dai luoghi dal fascino senza tempo e dai miti che localizzavano proprio in questa costa il luogo degli amori di Ulisse e Circe e il luogo scelto dagli dei della sepoltura del re di Itaca. Ulisse ,l’eroe omerico per eccellenza, eroe-antieroe al tempo stesso, l’uomo protetto da quelle stesse divinità di cui minava il potere ,sfidandole con la forza della sola intelligenza, era anche il modello dell’imperatore che amava l’arte, la poesia ,ma forse non la vita.
Marisa De Spagnolis
Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga.