Queste foto, scattate stamattina alle ore 10,00, davanti alle abitazioni di altrettanti cittadini, rappresentano esattamente il ruolo e le competenze ed i comportamenti di tutti i protagonisti dello smaltimento dei rifiuti in materia di differenziata, nella nostra città.
Il cittadino, scrupoloso e metodico, ha rispettato tutte le raccomandazioni scritte sui libretti, sui volantini, sui manifesti, o ascoltate sui convegni, assicurazioni emanate durante i vari consigli comunali, sulle campagne di sensibilizzazione e cose varie: Dalla foto infatti si nota il recipiente di plastica che contiene l’umido, la busta nera che contiene il non riciclabile e le buste azzurre che contengono plastica e carta. Ci sono tutte e tutte stanno a significare che sono almeno tre giorni che il servizio di smaltimento non viene effettuato.
Il consorzio, cui è affidato l’appalto dello smaltimento, usa suoi precisi parametri di disservizi, cioè, le periferie vengono saltuariamente abbandonate per alcuni giorni, il prelevamento, quando avviene , non fa eccezione tra umido, non riciclabile e carta e plastica. Ogni tanto si guasta un mezzo o si assentano gli addetti o il capo operativo ha l’influenza o i lavoratori proclamano sciopero per il mancato pagamento dei salari e, quando, bontà loro questi problemi sono risolti, il prelevamento dell’accumulato avviene in unica soluzione, alla faccia della differenziata. Intanto se c’è emergenza quelli che vengono penalizzati per primi sono i quartieri periferici e le frazioni.
Questa mattina, alle ore 10,10, l’Ufficio Ecologia del Comune ci fa sapere che hanno provveduto ad inviare, sempre in mattinata, una denuncia ai Carabinieri contro la società per interruzione di pubblico servizio. Alla domanda se conoscono i motivi dell’interruzione, il responsabile dell’ufficio, molto cortesemente, ci risponde che ha appreso dai giornali che il personale del consorzio starebbe in sciopero ma che loro, cioè l’Ente Comune, ufficialmente non è a conoscenza dei veri motivi dell’interruzione del servizio. Ma come è possibile! Nessuno che faccia una telefonata ai responsabili del consorzio, ma già dal primo giorno di disservizio, per sapere cosa sta succedendo? Chi tiene i contatti con il Consorzio? Si saranno chiesto in questi giorni cosa starà succedendo o dobbiamo andare noi a dirlo ai nostri amministratori?
C’è un contratto di appalto, con tanto di specifica dei servizi da erogare, le modalità da rispettare, ci sono le penali da applicare, c’è la possibilità di rescissione contrattuale per colpa, insomma speriamo che i nostri amministratori abbiano provveduto ad inserire tutte le clausole di salvaguardia, ebbene, se c’è tutto questo, come è possibile che viviamo in continua emergenza smaltimento mentre le bollette della TARSU subiscono continui aumenti per effetto di leggi è vero, ma a condizione che il servizio sia svolto davvero, con continuità ed efficienza?
Serpeggia tra la gente oltre al malcontento per dovere pagare cifre altissime per un servizio scadente o addirittura in qualche caso inesistente, la sensazione che in questo gioco a tre (consorzio, comune, contribuenti) qualcuno stia bluffando o che pesino parecchio gli impegni occupazionali mantenuti dal consorzio, il famoso: do ut des!
Ha ragione l’architetto Roberto Boragine ad aggirarsi nervoso con la bolletta della TARSU tra le mani.