La vicenda del PRG e poi del PUC è sconfortante, e tuttavia esemplificativa della idea che i cittadini elettori hanno dei propri diritti, e gli amministratori hanno dei loro doveri di gestori della cosa pubblica. I cittadini perché, invece di appassionarsi ad una questione cruciale che dovrebbe coinvolgerli in maniera entusiastica e partecipativa, concepiscono quanto accade solo in maniera egoistica ("a chi mi devo rivolgere per far includere il mio terreno in zona edificabile?"; "è stato escluso ? Vado fino al Consiglio di Stato per far bocciare tutto") nell’idea che lo strumento riguardi solo l’edilizia. Chi amministra perché, facendo leva su queste debolezze, è tentato fortemente dal considerare tutto ciò in chiave clientelare ed elettorale ("non ti preoccupare, se vengo eletto ci penso io"). Dopodiché, ad un certo punto del percorso, quando il piano dovrebbe finalmente decollare da Teano per andare all’amministrazione provinciale, il "destino cinico e baro" blocca tutto ed il giochino ricomincia daccapo.
Questo copione va avanti da più di 35 anni, lo spazio di una generazione, la mia, e le ultime vicende dimostrano che la parola fine è ben lontana.
E allora di che vogliamo parlare? Della VAS bocciata? E che senso ha parlarne se la Regione a suo tempo informò il Comune sulle carenze della documentazione inviata senza che nessuno degnasse quella nota di uno sguardo ("il Comune di Teano (CE) non ha fatto pervenire osservazioni al succitato parere di compatibilità ambientale non favorevole" dal D.D. n°873 del 17/11/09). Ma è questa una questione da prendere seriamente? Qualcuno ha mai calcolato quanto sia costato, in termini diretti (parcelle pagate) e valori indiretti (massacro del territorio e sviluppo acefalo) questa lunga vicenda e chi ci ha guadagnato? Oggi il territorio è governato dal P.d.F., con soddisfazione pare di tanti: qualcuno può mai pensare che ci possa essere una azienda, di qualsiasi tipo, che possa svilupparsi secondo piani concepiti più di 35 anni fa, con l’aspettativa che andrà avanti così per ancora chissà quanto? Ma siamo seri, discutere di questo è voler fare un insulto all’intelligenza. L’importanza della VAS? A parte quanto prevede la legge (art.47 L.16/04), è il buon senso a dare una risposta: qualcuno accetterebbe di essere sottoposto, non dico ad una operazione ma almeno ad una cura, senza essere rassicurato sul fatto che il suo fisico l’accetta e la sopporta, e le sue condizioni migliorino e non peggiorino? Accetterebbe di essere sottoposto ad un qualsiasi intervento con la prospettiva che le indagini (analisi, radiografie, TAC, ecc.) verranno eseguite durante e non prima? Ecco, noi siamo in questa condizione. L’opinione pubblica lo capirà mai ed imporrà a chi governa, di agire secondo la necessità e l’utilità comune?
Infine vorrei fare un’ultima considerazione. Spesso si dimentica che la nostra città ha già, a parte il P.d.F., altri piani approvati e quindi vigenti. Ad esempio il Piano di Recupero. Ha inciso sul centro storico questo importante strumento? E poi il Piano colore ed il Piano traffico. Qualcuno sa che fine hanno fatto e se, a distanza di anni dalla loro approvazione, hanno raggiunto gli intendimenti di chi li aveva commissionati ed approvati?
Io credo che per avviare un discorso urbanistico serio sia necessario cambiare la visione prospettica e forse la mentalità di amministratori e cittadini. Non penso che la soluzione sia affidare incarichi a professionisti vari, guarda caso sempre esterni, o a università prestigiose: questo è il paravento. Non sono la quantità delle carte che fa la differenza ma l’intenzione di chi le redige e quello che ci si mette dentro.
Ci sarà mai qualcuno che voglia guidare uno sviluppo ordinato, rispettoso dei nostri posteri e non solo dei nostri supposti vantaggi, secondo una visione in prospettiva dello sviluppo cittadino?
Gino Gelsomino