Aprii una finestra, e la luce piovve sul mio volto… (Gilgamesh) Morbida, fluida, amabile, mutevole, traslucida, la luce inganna e seduce con i suoi chiaroscuri, laser di ombre, l’eterno incalzare dei contrari. Incanta come Circe, trascolora come Calipso bella e nascosta, il suo nome ce lo svela in sussurri in cui si adombrano misteri e segreti di epoche antiche. Solitudine di un’anima. Essenza di una femminilità criptica, discreta, impenetrabile, erotica. In un mondo popolato da dee-streghe, archetipi sottili e levigati dell’immaginazione. E la luce, gli incanti e le dismaganti atmosfere di Sperlonga hanno sedotto il Maestro Durand, proiezione contemporanea di Odisseo. Nella mitica sabbia d’oro della spiaggia baciata da un mare d’incanto si è proiettato oltre l’orizzonte di un mondo telematico, materialista, conformista, banale. Ha varcato le soglie della mutevolezza, si è tuffato in un mare di luce, colori, odori, sapori, sensazioni sentimenti. Come Ulisse ha trovato l’isola che non c’è. E ha sostato con Circe, Calipso e l’immutabile canto di Omero. Un anno che vale secoli.
Ieri, 13 aprile, una incantevole signora dalla voce di Zefiro gli ha domandato, nel corso della presentazione del libro tessuto a quattro mani con la Direttrice del Museo, cosa gli avesse donato questa sosta, cosa avrebbe portato con sé. Ulisse-Durand ha disteso il suo sorriso che ha avvolto la bella donna e in una lingua, che non era un pessimo italiano, ma un canto di Sirene ha incantato l’uditorio. Mi rammenta l’entusiasmo di Axel Munthe il medico svedese , anch’egli alla ricerca di un paradiso perduto, sulle orme di Tiberio, a Capri. Non si può ingabbiare, classificare, catalogare, mummificare una mente colorata. Ulisse ne è l’archetipo, la proiezione mitica ed epica dell’irrequietezza del genio , sia esso eroe, marinaio, pittore, fantasista. Marisa e André un connubio fortunato, Artista della luce e del colore Lui, Artista della scienza archeologica e della delicata amabilità Lei. Non poteva non venirne fuori che un libro dai titoli chilometrici che diventerà leggenda, in barba alle regole dei canoni rigidi della fotografia archeologica. Il tutto col magico supporto di un personale museale mitico e insuperabile. Di prim’ordine. Con la stupenda complicità di un Editore di frontiera e la parola alata di due giornalisti di elevato profilo professionale che lo hanno magistralmente illustrato. E , Last but not least, non è mancato il provvidenziale affettuoso supporto al Maestro Irlandese da parte della Professoressa Marie Pardyovà , del dipartimento di Archeologia Classica e Paleocristiana dell’Università di Brno. Aggiungere altro rappresenterebbe soltanto una "diminutio capitis". Auguri e grazie, Marisa e André, sincerely. Dati : André Durand, Fotografando statue per un anno – Le sculture di Sperlonga viste da un Pittore – Marisa De’ Spagnolis, Athanadoros, Hagesandros, Polydoros – Il programma politico di Tiberio e il mito di Ulisse, Odisseo Edizioni, Itri 2012.
Giulio De Monaco