La Papaya, carica papaya l. ,appartiene alla famiglia delle Caricacee ed è originaria del Centro America anche se ormai è coltivata in tutti i Continenti.
Si presenta come un piccolo albero poco ramificato alto circa 5-10m. Il tronco è caratterizzato da una consistenza tenera, poco legnosa e con presenza di cicatrici prodotte dalla crescita e caduta delle foglie superiori. La linfa lattiginosa non trattata è tossica e può causare irritazione cutanea. I fiori sono prodotti alla base delle foglie disposte a rosetta all’apice del tronco che si presentano larghe, palmate-lobate con un diametro di 50–70 cm. I frutti dalla forma oblunga
hanno una consistenza delicata e possono essere di color verde, giallo, arancio o rosa.
Possono pesare fino a 9 kg. La pianta si adatta perfettamente a molteplici tipologie di terreno
compresi suoli abbandonati o vasi. È una delle piante più produttive in relazione alla sua dimensione
perché fiorisce continuamente e ha sempre allo stesso tempo fiori e frutti. Lo sviluppo dei frutti causa
la caduta delle foglie inferiori causando una continua esposizione al sole degli stessi.
Dalla Papaya si estrae la PAPAINA utilizzata in farmacologia per la sua proprietà proteolitica.
Questo enzina ha la facoltà di agevolare la digestione delle proteine ed è quindi utile nelle diete iperproteiche o in soggetti con difficoltà digestiva. La Papaya è ricchissima di minerali e vitamine ed è un ottimo antiossidante.
La papaina, se ne producono più di 1000 tonnellate l’anno, viene anche utilizzata nella produzione di cosmetici, di birra e nell’industria alimentare. Il succo ricavato dalla corteccia della ppaya verde viene utilizzato per ammorbidire e rendere succosa la carne.
Il frutto viene consumato spesso come frutta fresca o in aggiunta ai frullati.
Salvatore Improta