Dal primo agosto è iniziata ufficialmente la #rivoluzione ecologica. Teano è libera, sicuramente non dai rifiuti; vive …. semmai sopravvive, e lo fa decisamente male. In questi giorni mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa che muovesse da considerazioni costruttive, oggettive, reali con una precipua correlazione con il mondo fantastico promesso. Ebbene, invece, mi sono dovuto imbattere nella solita difesa d’ufficio, a tratti spocchiosa, dell’amministrazione in carica. Ho scoperto, teoria rivoluzionaria, che se le cose nel nostro paese non vengono fatte è per colpa delle opposizioni perché non si dimostrano solidali con chi dirige le redini della nostra compagine. “La colpa è della mediocrità della classe politica!” Bella scoperta, davvero! La colpa, perché sempre di questo vogliamo parlare, è sempre però di qualcun –altro, si capisce. Ma come la mettiamo con la mediocrità della classe politica odierna? Più che rivangare il passato sarebbe il caso di guardare al presente per proiettarsi al futuro. Ma poi, qualcuno ha compreso “chi” comanda “cosa” e “chi” comanda chi? Tutto è avvolto nell’incertezza e nella confusione. Mica si vuol fare di tutta l’erba un fascio! Scusate, un principe, nel senso di “primo della classe” ci sarà pure, ma magari è quello sbagliato. Scuse, su scuse, reprimende al contrario, voli pindarici per gettare unguento sulle ferite aperte dalla realtà delle cose, fantasie a tratti grossolane, fanno da contraltare alla solita stantia litania: le colpe sono di quelli di prima. Quasi si potrebbe pensare che chi scrive ( a spada tratta) è affetto dalla sindrome dell’avvocato difensore (sic!). Ma bando alle ciance. Quando si decide di parlare di un settore tanto particolare come quello dei rifiuti, non vogliatemene, bisognerebbe farlo con dati alla mano, non movendo da considerazioni da bar o da spirito partigiano. Questa non vuole essere in nessun modo un’accusa, quanto piuttosto un invito ad evitare facili superficialità o strumentalizzazioni da albo le parti. D’altra parte l’accettazione del problema costituisce lo stimolo stesso per superarlo. Documentarsi e non alzare vessilli dovrebbe essere un imperativo morale. Ma veniamo a noi. Teano, come detto, è sporca così come mai lo è stata e su questo possiamo essere tutti d’accordo. Capitolato o no, rivoluzioni ecologiche, buoni propositi, triccaballacche e covid, qualcuno si è accorto che la dorata innovazione in atto, oltre a non funzionare( si spera solo per il momento), ci costa oltre 30 mila euro mensili in più rispetto al passato (si passa dai 94 mila circa mensili del 2018 ai 140 mila euro mensili per i 5 mesi del 2020)? Qualcuno, prima ancora di cercare alibi, riesce a comprendere che la realizzazione dei capolavori passano per un percorso lungo e travagliato? Francamente l’impressione è che si voglia correre senza avere imparato prima a camminare. Rivoluzioni o no, sembra incomprensibile che su tutto il vasto territorio comunale – centro e frazioni – non viene poggiata saggina di scopa da oltre 20 gg. È paradossale che il decoro delle piazze sia lasciato all’iniziativa del volontariato che, al netto delle cose, può costituire la ciliegina sulla torta e non la torta. Fino a quando potrà essere additata l’inciviltà a esimente della mancata erogazione dei servizi? Nessuno pretende la luna (men che meno nel pozzo, si badi) quanto piuttosto qualcosa che dia decoro alla nostra città.
Nell’articolo a firma dell’amico Stefano si parla, se non ho capito male, di omessa programmazione, nel comparto ecologia, da parte dell’amministrazione Di Benedetto. Ebbene ciò non è veritiero. Di seguito e nelle prossime settimane verrà evidenziato il percorso intrapreso, con fatica (e per me, dedizione) dal 2013 al 2018. Ovviamente tutto quanto segue è documentabile e reperibile presso l’Ente Sidicino. Per ovvie ragioni, vista la complessità dell’argomento è opportuno dividere lo stesso in segmenti specifici.
Questione Isola ecologia
Come prima cosa usciamo da un equivoco bello grande: nel 2013, insediatasi l’amministrazione Di Benedetto, l’isola ecologica non era aperta. La piattaforma di S. Croce, infatti, esistono foto a riguardo, era in totale stato di abbandono, chiusa da almeno due anni, costituiva una vera e propria discarica a cielo aperto. La stessa, con un atto dirigenziale dell’ottobre 2013 e con una spesa di oltre 10 mila euro, fu totalmente bonificata e restituita alla città. Quando si sostiene, poi, che non si è programmato nulla si incorre nella più eclatante delle inesattezze perché, forse troppo frettolosamente, non si considera quanto realizzato nel corso del quinquennio precedente ovvero: a. un progetto di efficientemento e razionalizzazione del centro per un ammontare di circa 350ml euro; b. la costituzione di una servitù di passaggio ( il centro era servito con una strada “fantasma”) c. il pagamento delle indennità ai proprietari dei terreni limitrofi; d. l’annotazione dei cespiti presso la competente conservatoria; e. la creazione di un elettrodotto e l’istallazione di apposito contatore per approvvigionare di corrente il complesso(la struttura era dotata di pali della luce senza essere servita da corrente – sic!);f. la sostituzione della palificazione dell’illuminazione con la posa in opera di nuovi plinti; g. la predisposizione di un nuovo sistema di depurazione ai carboni attivi ( qualcuno ricorda lo spot propagandistico della famosa vasca che sta viaggiando, da oltre due anni, da Modena…potrei riferire anche i dati della determina di acquisto, i costi e chi è stato incaricato dall’area tecnica dell’istallazione); h. il rinnovo presso la Provincia degli iter ecologici previsti da normativa di settore; i. la predisposizione di un iter per l’efficientamento idrico. l. la riparazione e l’istallazione dell’apparecchiatura per la pesa dei rifiuti. m. la costituzione di un progetto di ricicleria da affidare ad una cooperativa sociale da costituire sul territorio per andare in soccorso delle classi meno abbienti. Tanto si potrebbe ancora aggiungere, confrontandolo, con la situazione odierna. Le citate opere, sempre perché non è stato programmato nulla, sono state realizzate anno per anno con risicatissimi fondi comunali. Qualcuno potrebbe chiedere sibillinamente la ragione della chiusura. In realtà, sempre in ossequio al principio della programmazione, dovremmo chiederci, piuttosto, se le ragioni della mancata riapertura risiedono in problemi tecnici insormontabili (addebitabili ad un periodo più vetusto rispetto ai 5 anni trascorsi) o, piuttosto, nella assenza dello stesso “spirito” utilizzato come totem e tabù per coprire, come con la coperta di Linus, il totale disinteresse da parte dei nostri amministratori di oggi.
Scusate le chiacchiere!
Carlo Cosma Barra