A ventiquattro ore dal ritrovamento del corpo del povero Enrico De Fusco, emergono nuovi particolari che da una parte confermano la natura generosa del “Barone”, così soprannominato proprio per la sua disponibilità ad aiutare l’amico che mostrava situazioni di difficoltà e dall’altra smentiscono tutte le fantasiose ipotesi sulle motivazioni che lo avrebbero indotto a raggiungere una località così particolare e fuori mano, con contorni di mistero che, alla luce della ricostruzione dei fatti, così come si sono realmente verificati, di misterioso non hanno assolutamente niente, anzi di una normalità sconcertante.
Da quanto siamo riusciti ad apprendere da fonti molto vicine alla famiglia, Enrico aveva nei giorni scorsi acquistato degli alberi da legna da ardere per il prossimo inverno. La piantagione si raggiunge proprio attraversando la strada che aveva imboccato Enrico sul versante del monte di Valdassano.
Quel pomeriggio aveva probabilmente appuntamento con il proprietario delle piante e forse con alcuni tagliaboschi per stabilire le modalità ed i tempi del taglio delle piante. Proprio a questi erano destinati i sei cornetti e la bottiglia di acqua minerale trovata all’interno della Fiat 500.
Forse era la prima volta che Enrico si recava sul posto e dunque non conosceva la impervietà della strada ma soprattutto la difficoltà a percorrerla con un’auto di piccola cilindrata e così non è riuscito a raggiungere né il posto né le persone che lo aspettavano, è stato raggiunto prima dalla morte per una disgrazia assurda. Queste notizie fanno giustizia delle tante fantasiose versioni circolate in questi giorni, attinte inopportunamente nella vita privata
L’assurdità della morte di Enrico emerge ancora di più dai risultati dell’autopsia effettuata questa mattina presso la Medicina Legale di Caserta. Ad uccidere Enrico sarebbe stata la punta superiore dello sportello lato guida, aperto dalla vittima nel tentativo di uscire dall’auto. Il taglio profondissimo, riscontrato soprattutto all’altezza della nuca, lo ha ammazzato sul colpo, inferto quasi certamente nel momento dell’impatto sul fondo del fosso. Tutte le altre indicazioni emerse dall’accurato esame autoptico, confermano la prima ricostruzione fatta sul posto dal maresciallo dei carabinieri Augusto Proietti che, nel descrivere la possibile dinamica dell’accaduto, sollevò anche l’atroce dubbio, oggi quasi certezza che, se non avesse tentato di aprire la portiera per uscire, probabilmente Enrico sarebbe ancora vivo.
La salma giungerà domani, Domenica 22, alle ore 12 presso il Duomo di Teano proveniente direttamente da Caserta. Enrico riceverà il commiato religioso e l’ultimo saluto alle ore 16,00.
Antonio Guttoriello