Il settore agricolo vive una condizione drammatica e la crisi che lo investe
è la più dura degli ultimi decenni, la competitività è crollata, le
esportazioni calano in modo vertiginoso mentre le importazioni selvagge di
prodotti esteri non sembrano avere più fine. Gli agricoltori registrano
difficoltà notevoli a partire dall’innalzamento dei costi di produzione delle
materie prime fino ad arrivare agli oneri contributivi e burocratici.
Negli ultimi decenni si è assistito al collasso di migliaia d’Imprese,
nonostante la qualità del comparto agricolo sia il punto di forza che ci
contraddistingue in Europa, ma la qualità evidentemente non basta poiché c’è
bisogno d’innovazione e sostegno da parte di un Governo che sembra ci abbia
dimenticato, c’è la necessità che l’agricoltura sia considerata al pari di
altri settori per il valore che le si riconosce non solo economico e produttivo
ma culturale, ambientale e territoriale.
Obiettivamente alla luce degli scarsi interventi che sono stati attuati dal
Governo sembra che esso non voglia rilanciare uno dei settori primari del
nostro Paese, ad oggi infatti non si registra alcun intervento che dia il senso
di una vera politica di rilancio competitivo del settore, valorizzando il made
in Italy e favorendo attività promozionali mirate. Finora le risposte della
politica sono state mortificanti per gli agricoltori, il decreto anticrisi è
privo di provvedimenti specifici a sostegno dell’agricoltura, il Governo si è
contraddistinto esclusivamente per i tagli apportati al comparto agroalimentare
e per la mancanza di interventi efficaci diretti ad invertire la congiuntura
economico – finanziaria. Tra le tante sforbiciate apportate al comparto
agricolo può essere segnalato l’azzeramento del fondo di solidarietà
nazionale.
Il Governo Prodi nel 2006 stanzia 600 Milioni di Euro per il Fondo di
Solidarietà Nazionale per gli Agricoltori, previsto a parole dal Governo
Berlusconi-bis, ma mai finanziato.
Questo fondo serviva a far compartecipare lo Stato al 50% nel pagamento dei
premi assicurativi sulle polizze multirischio che gli agricoltori stipulavano
per avere una copertura da grandine, gelate, brina, inondazioni…
Nella finanziaria 2009 il governo Berlusconi in accordo col suo Ministro
dell’ “Agricoltura Leghista” Zaia, azzera il fondo di Solidarietà Nazionale e
molti agricoltori, visti i costi elevati delle polizze in assenza di tale
aiuto, decidono di non assicurarsi.
Bisogna rifinanziare il Fondo di Solidarietà Nazionale trovando le risorse da
altri capitoli e non certo da altri fondi a sostegno dell’agricoltura, come
prevede il Ministro Zaia, perché gli agricoltori al “gioco delle tre carte” non
abboccano e giustamente si arrabbierebbero molto.
Vanno rivisti i criteri di calcolo del premio assicurativo, passando dalla
quantità stimata di prodotto, ad una assicurazione del reddito delle imprese
agricole, non solo in funzione della perdita di produzione, ma che copra anche
le perdite di reddito in caso di crisi di mercato.
C’è bisogno di stabilità fiscale per gli agricoltori, dell’attivazione degli
ammortizzatori sociali e facilitazione per l’accesso al credito poiché la
mancanza di liquidità nel sistema bancario, conseguenza della dura crisi
economica ha obbligato le banche a non accordare più il credito ma per giunta
a pretendere il rientro immediato dei crediti in ammortamento non regolare .
Occorre definire nuove strategie e nuove normative per favorire e magari
ampliare l’erogazione del credito agrario.
I vertiginosi ribassi del prezzo al produttore, stanno minando le fondamenta
del sistema ortofrutticolo, produrre in agricoltura è divenuto difficile, al
punto tale da rimetterci molto spesso.
Nicola Palmiero