"L’uguaglianza è facile perchè richiede soltanto di galleggiare con la corrente, laddove l’eguaglianza è difficile perchè richiede di nuotare controcorrente"(Tawney).
Ho scelto di esordire il mio contributo scritto con questa citazione che ritengo possa ben esprimere la sfida che da tanti anni conduce "Il Messaggio" manifestando la libertà di pensiero di ognuno con i mezzi consentiti dall’articolo 21 della Costituzione, la sfida di andare controcorrente, contro la superficialità e il conformismo che appiattisce le coscienze, se ciò può costituire un carburante prezioso al motore democratico.
La sfida di aprire all’ individuo una finestra sulla miriade infinita di punti di vista sulla realtà. E’ una sfida scomoda, assordante e irriverente per i nostri amministratori, sempre più insofferenti al malcontento e alle critiche serpeggianti nel popolo, anche le più legittime-ostentate e sotterranee come quelle di chi poi per facciata e tornaconti falsamente li venera con saluti affettati e inchini-spesso dimentichi del fatto che "in politica non si può piacere a tutti", come asseriva in un suo aforisma il filosofo greco di V secolo Democrito.
Amministratori che fino ad ora, riottosi, sono rimasti indifferenti e biechi di fronte agli interrogativi posti dai comuni cittadini su problemi d’interesse generale di cui si sono troppe volte lavati le mani, forse perchè eccessivamente oberati dagli impegni estivi, tra valzer verbali e non di accordi, trasformismi partitici con la solita ignominiosa strumentalizzazione ideologica del valore della responsabilità; temi che, immagino, saranno stati oggetto di tante spassionate discussioni nascoste tra abbracci e sorrisetti in processioni e feste più o meno improvvisate, spesso con abusi di potere e di autorizzazioni da parte del monarca di turno che intende accaparrarsi consensi in un tempo in cui il Comune sembra velatamente preda di quella che oserei definire una "lotta dinastica" per le poltrone, ignorando intanto la crisi economica e morale che lo circonda.
Amministratori che meriterebbero di rimanere senza risposta come i cittadini sopraddetti di fronte alla loro ultima assurda trovata, forse dovuta all’evidente incapacità di mitridatizzare il suo elettorato con altri espedienti, di promuovere un’azione legale -a mio giudizio, degna dell’integralismo intransigente dell’Inquisizione seicentesca- per una presunta campagna denigratoria contro di essi tutta da dimostrare (ma il vero reato contestato, se mai esistesse, è il disturbo della quiete degli affari privati comunali!).
Si ripropone in questo modo l’imperituro conflitto tra l’autorità spregiudicata e dispotica e la libertà come esaltazione della diversità pluralistica delle opinioni, come opportunità di contrasto non cruento tra differenti idee etico-politiche. Una libertà che ha voltato le sordide pagine del totalitarismi del XX secolo e che sta ancora scrivendo, seppur ora a fatica, quelle della nostra quanto mai minacciata e dilaniata liberaldemocrazia, per la quale come non mai urge una nuova classe politica con conseguente rinnovamento di generazione e soprattutto di nomi, analogamente a quanto ha intimato di recente il cardinale A.Bagnasco per il contesto nazionale, ma che non è avventato applicare anche a quello locale.
E la vera sfida de "Il Messaggio"- alla quale io confermo la mia piena partecipazione a suo sostegno-inizia adesso,dentro e fuori i templi della giustizia. Una sfida coraggiosa e senza precedenti per la nostra città, al servizio della verità, perchè-come disse il poeta inglese del ‘600 J.Milton nel suo "Areopagitico", discorso sulla libertà di stampa-"lasciate che lei (la Verità) e la menzogna vengano alle prese:chi ha mai visto la Verità avere la peggio in uno scontro libero e aperto?".
Rosella Verdolotti