…costituisce quasi sempre la maggioranza del corpo elettorale e quindi ne determina le scelte. Per non essere facilmente frainteso, specie a ridosso di una chiamata alle urne, mi si lasci dire che “genericità” e “mediocrità” non sono in questo caso elementi dispregiativi: il grande poeta latino Orazio, che si autodefiniva “il porco del gregge di Epicuro”, parlava di “aurea mediocritas”, ad indicare uno stato d’animo scevro da ogni pericoloso sentimento di affermazione personale.
Chiarito questo, potremmo dividere la specie dell’elettorato generico medio in due sottospecie:
- quella di chi arriva al giorno dell’elezione senza ancora aver deciso per chi votare
- quella di chi invece ha fermamente deciso fin dal primo giorno della presentazione delle liste per chi votare.
Esaminiamo ora più da vicino i dati emotivi, comportamentali ed eventualmente logici, che determinano questi atteggiamenti all’apparenza contrastanti.
In quelli del primo gruppo si potrebbero intravvedere due situazioni: o il nostro è arrivato al giorno delle elezioni senza un minimo interessamento ad esse ed a quel che rappresentano, e ciò dimostra un palese menefreghismo sociale che può nascere sia dal non conoscere i problemi che dal non saperne o volerne mettere in atto le soluzioni; o, al contrario, conosce i problemi e le soluzioni proposte dai vari candidati, e sta ancora cercando quale possa essere tra esse la migliore o la meno peggiore.
Trovandoci in questo secondo caso, tanto di cappello all’elettore indeciso perché “il dubbio” è quell’elemento positivo che deve sempre esser presente nell’animo umano e nelle sue manifestazioni più eccelse, come la scienza o la filosofia. Potremmo solo rimproverargli una lentezza decisiva che, come spesso accade, potrebbe alla fine generare, nella trepidazione dell’ultimo momento e contrariamente a quanto si voleva fare, decisioni poco ponderate.
Quelli del secondo gruppo, invece, dimostrano una determinazione decisiva e partecipativa a prova di bomba: sanno per chi vogliono votare fin dal primo momento e non derogheranno mai, neanche di fronte alla più “evidente evidenza” contraria, dal loro intento. E qui c’è da temere!!!
Questi soggetti, cioè, voteranno per una “parte” politica perché è la loro, e per qualunque personaggio rappresenti quella parte: che abbia la eleganza di un’aquila o la goffaggine di un quokka (andate a vederlo questo animaletto!); che sia intelligente o stupido, poco importa. Prevalgono su tutto e tutti le motivazioni di “appartenenza”, in questo caso politiche o pseudo-tali!
E ci potrebbe andare pure bene: la storia dell’umanità è stata fatta anche da milioni di persone che hanno completamente perso la testa dietro ad ideologie insostenibili che hanno causato immani danni e distruzioni, soprattutto nell’ultimo secolo. É un fatto deprecabile, ma il punto di partenza di questo comportamento è nella maggioranza dei casi “ideologico” e prescinde, almeno nel suo stato iniziale, da ogni interesse di altro genere.
Oppure, nel caso peggiore, questa “irremovibilità elettorale” è generata da appartenenze di altro tipo; familiari, di casta, di gruppi di potere, di arrivismo personale o di gruppo, di gruppi d’interesse economico, e via discorrendo.
E allora la cosa diventa semplicemente tragica.
E lo diventa per tutta una serie di motivi: primo perché la scelta elettorale del nostro e.g.m. (e qui, da masochista, mi concedo l’uso di un acronimo, cosa che odio dal profondo del cuore) non è dettata da alcuna valutazione funzionale sullo stato generale al momento e per il futuro, né da alcun giudizio di merito politico specifico e quindi socialmente costruttivo.
Questo comportamento di partito o, peggio, di parte è oltremodo deleterio specie quando crea o accresce o fomenta aggregazioni familiari o comunque di nuclei nei quali prevalgono interessi tutt’altro che sociali e sfociano in vere e proprie “oligarchie”.
Di queste e del loro carattere distruttivo di ogni forma di democrazia parleremo diffusamente giovedì 10, riservandoci a lunedì 13 il commento sui risultati elettorali.
Spero di essere stato utile a fornire nuovi elementi di valutazione a tutti gli elettori generici medi “duri e puri”, i quali sono, in ultima analisi, la vera anima della democrazia che ha la sua forza nella libertà e nella possibilità di cambiamenti.
Auguri di cose buone a tutti.
Claudio Gliottone