Caro Don Luigi,
ti ho sempre chiamato così da anni, come auspicio, come benedizione, come l’incipit di un salmo. E ce l’hai fatta, il Signore ci ha benedetti, chiamandoti a "servire" proprio in Duomo, presso le spoglie del Santo Vescovo Paride, àncora di Luce. Non a caso. La tua bonomia, la tua amabilità il tuo largo sorriso fanno da contrappunto e completano la gloria delle varie Chiese che sorsero accanto alla "confessione" di S.Paride. Prima con la piccola chiesa sorta sulle rovine dello sfolgorante santuario di Iside, poi con la cattedrale del Vescovo Mauro " serbus serborum Di ( Il latino dell’epigrafe ha ormai perduto la bellezza di quello dell’elegante vigore della classicità). In seguito la cattedrale di Guglielmo impreziosita dall’amore del Padre Pandulfo, Vescovo e Cardinale, Benedettino longobardo.
Infine quella del Vescovo Arturo, curata, adornata di statue, con le splendide sagrestie rinnovate. Che questo ti sia di sprone per collaborare col nostro Vescovo, faro di umiltà e di ascesi, a promuoverne il culto con vigore, con entusiasmo evangelico, con forza eroica. Parlane nelle tue messe, con i tuoi tiepidi confratelli, con i fedeli, gridalo ai prati e ai preti, al vento, alle stelle. Parlane a ogni angolo a ogni canto, senza cedere. Parlane con eroica convinzione. Con orgoglioso senso di appartenenza. Parlane , parlane, parlane fino a forare le orecchie sorde di chi tace per accomodamento. Passerà questa neve, questo inverno sarà breve e un fiore sboccerà.
Affettuosamente, Giulio.