Gentile Direttore ,
E’ un piacere condividere con Lei, la redazione e i suoi lettori, l’entusiasmo che vivo a seguito della mia recente collaborazione al Parlamento Europeo con la delegazione del Partito Democratico. Sono un giovane professionista appassionato di dinamiche europee e dedico con passione molto del mio tempo a individuare, condividere e promuovere le buone pratiche nella gestione dei Fondi Europei.
Sono partito durante il semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea e ho avuto modo di apprezzare, da parte del Governo italiano e degli eurodeputati del PD, un incisivo impegno politico nell’orientare l’Europa nel processo di integrazione.
L’Unione Europea, nella sua duplice dimensione interna ed esterna, affronta un periodo cruciale per la sua stessa esistenza e solo una politica che entra nel concreto delle istanze dei cittadini e che premia il merito e la giustizia sociale, può affrontare il senso di sfiducia che assale le menti della nostra società.
Iniziative come la Comunicazione della Commissione Europea sulla flessibilità che mira ad agevolare la spesa dei fondi europei, il piano di Investimenti Strategici a carattere addizionale rispetto alle iniziative dei singoli Governi, la Strategia per il Mercato Unico Digitale, il prossimo Accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, l’impegno più serio da parte degli Stati Membri in materia di politiche di immigrazione, e tanti altri dossier, hanno palesato ai miei occhi che, se la Politica vuole, è possibile pianificare, progettare, realizzare una crescita di qualità sostenibile, inclusiva e innovativa.
Dopo anni di politica italiana dedicata alle “burlesque”, siamo oggi presenti sul palcoscenico internazionale con più incisività. Le Riforme sono state avviate e con il giusto tempo potranno essere migliorate.
La mia generazione deve fare i conti con un passato bizzarro. Ricorderà meglio di me, che negli anni ottanta-novanta in Germania si investiva nel futuro, mentre nel nostro Bel Paese si viveva come le cicale. Ah .. quei baby pensionati…
Al netto delle difficoltà, abbiamo un grosso vantaggio, rappresentato dalle nuove tecnologie, in particolare da Internet.
Tanti conoscono il diritto di accesso all’informazione, la meglio nota trasparenza, infatti, navigando sui siti Internet ufficiali delle Istituzioni UE, si possono conoscere i propri diritti, doveri e opportunità di cittadini europei, potendo così partecipare ai processi decisionali (segnalo per i più curiosi un link generale di riferimento http://europa.eu/index_it.htm).
La lontana Bruxelles, non mi sembra così lontana. Vorrei, quindi, proporre un esercizio democratico per dare un risvolto concreto e forse utile.
Come si misurano i nostri Governanti con tali affermazioni? La risposta la lascio agli attenti lettori.
Il Trattato di Lisbona riconosce il ruolo fondamentale delle Regioni e degli Enti Locali nell’attuazione del principio di democrazia di prossimità. I nostri amministratori, in particolare regionali e comunali, possono coinvolgere, attraverso le consultazioni, i portatori di interesse per poi individuare le priorità da perseguire e garantire una spinta che parte dal Comune e arriva nelle sedi europee. Si consideri che la nostra Città vanta una Rappresentanza di rilievo nel Parlamento Europeo, che in maniera diretta può sostenere le istanze del nostro territorio.
Sul sito Internet della Regione Campania si può leggere il documento che la Commissione Europea ha inviato per la revisione del Programma di Sviluppo Rurale Campania (PSR) 2014-2020.
Si tratta di un documento di 80 pagine che contiene 600 osservazioni, una chiara bocciatura della proposta di Programma che più interessa la nostra realtà territoriale per la sua vocazione agricola (rinvio al sito internet per quella che considero una interessante lettura:
http://www.agricoltura.regione.campania.it/PSR_2014_2020/pdf/Observation_list_Campania.pdf)
Vista la mole di revisioni da superare, è difficile immaginare che si arrivi in tempi brevi all’Accordo di Partenariato, l’atto con il quale si avvia la Programmazione pluriennale di finanziamento 2014-2020. Sorprende?
Leggendo il documento proporrei le seguenti domande: Come mai è assente la Valutazione Ambientale Strategica nel documento? Come mai mancano gli indicatori? Come mai non ci sono valutazioni di impatto? Perché si propongono tante iniziative, svilendo il principio di Concentrazione che guida l’attuale Politica di Coesione dell’UE?
Mi concentro sulle domande finali che più mi spingono a riflettere.
Si tratta di incapacità tecnica o di incapacità politica? Un funzionario non sa che è necessario argomentare sulla ragion d’essere di un finanziamento o magari Il Politico/Amministratore non ha svolto il ruolo di guida che gli compete? Hanno letto il Programma? Un Primo Cittadino, non ha interesse a rendere partecipe la sua Comunità o a rappresentarla presentando le dovute osservazioni? Se avessero avuto una chiara idea di cosa fare, sarebbero stati più incisivi?
L’accelerazione regionale dei Fondi Europei a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno risponde ai principi di efficienza della spesa pubblica?
Come mai il nostro Sindaco, eletto con spirito “grillesco” e oggi “militante ad honorem” del Nuovo PSI spiegava la sua candidatura dicendo di voler pianificare, progettare, realizzare il Piano Urbanistico Comunale e ad oggi tutto tace?
Dove è finita l’incisività tanto proclamata, ancor più volte disillusa, dei Governi teanese e campano?
Auspico che i cittadini tutti non si abbandonino al nichilismo che si chiama astensione e sulla base dei fallimenti attuali, consapevoli del loro ruolo di giudici della responsabilità politica, incidano in maniera attiva nel tracciare il solco dei nostri campi da arare e da concimare, perché nella nostra Teano di problemi ce ne sono tanti ma la fortuna ha voluto che non rientrassimo nella Terra dei Fuochi, ormai cancro di molte zone italiane.
Buon lavoro!
Valerio De Fusco