La nostra piccola cittadina, fin troppo silenziosa, è stata letteralmente sconvolta da una tragedia che mai e poi mai avremmo voluto raccontare. Eravamo ancora presi dall’euforia del nostro telegiornale, dei tanti nostri progetti. Nelle nostre serate a discutere di come organizzarci per il futuro, non abbiamo mai parlato di cosa fare qualora ci fossimo trovati davanti ad un dramma simile. Il nostro senso di sbandamento, tristezza e dolore, unito ad una rabbia che a stento riusciamo a frenare, riteniamo sia comune a quello delle due comunità colpite. I perché sono troppi, e nostro malgrado non riusciamo a trovare risposte.
Ciascuno nel suo piccolo, sta provando in ogni modo di portare il proprio contributo la propria vicinanza ad una famiglia che non meritava e non merita tutto questo. Ed è forse, in questo momento, il modo migliore per reagire è quello di stingersi intorno a loro simbolicamente, e magari provare tutti nel silenzio dei propri cuori, a chiedere al Signore: Perché?
L’essere genitori, forse, ci fa stare ancora più male. Il solo pensiero di sapere che due bimbi non possano essere coccolati, in questi momenti, dall’amore della propria mamma e del proprio papà, ci lacera. Ci distrugge. Come chiunque di voi, avrà provato la stessa sensazione e si quel “perché”, sarà rimbombato chissà quante volte nella testa di ciascuno.
Siamo abituati ad apprendere tali notizie dalla TV, magari mentre si è a pranzo o a cena. Le ascoltiamo, ma non ci colpiscono più di tanto. Oggi, invece, ci colpisce più da vicino e trovare le parole giuste, le parole adatte è difficile. Oseremo un quasi impossibile.
Sui social, le reazioni sono le più svariate. C’è chi si lascia andare senza freni inibitori, c’è chi prova a darsi una spiegazione, chi incolpa la politica, chi prega il proprio Dio, chi parla a vanvera, chi mette un mi piace.
La comunità è frastornata, confusa.
Anche noi siamo incazzati neri. Non sappiamo se esista o meno una giustizia divina, ed a questo punto non ci interessa nemmeno. Comprendiamo l’IRA di chiunque, che non possiamo che condividere. Al tempo stesso, rispettiamo il pensiero di ciascuno, che è libero di esporlo come meglio crede e come meglio ritiene opportuno.
In questo momento, ci sentiamo solo di invitare tutti a PREGARE IL PROPRIO DIO, affinché quei due bimbi e quella mamma possano tornare tra noi quanto prima, nel rispetto quanti, impotenti, stanno soffrendo.
Per tutto il resto, ciascuno ha una coscienza a cui dare conto, in ogni posto, in ogni luogo, in ogni azione. In ogni cosa che dice, che scrive, che pensa.
Luciano Passariello