TRADIZIONI NATALIZIE CROATE IN PASSATO E OGGI
Preparazioni per la grande festa iniziano con i doni tradizionali collegati alle festivita di S. Nicola (6. dicembre) e Santa Lucia (13. dicembre) che risalgono al XI secolo. Tanto tempo fa, nella notte di Santa Lucia, una persona avvolta in un lenzuolo bianco, andava a visitare le case regalando ai bambini dei ficchi secchi, mandorle, noci e mele, facendoli anche spaventare un po’. I monelli, sotto i loro cuscini, trovavano una frusta, come rimprovero, affinché diventassero piu bravi. Nell’eta moderna questo servizio svolge San Nicola, che dentro gli stivali dei bambini buoni mette dei dolcetti, mentre le fruste distribuisce il suo aiutante Krampus (simbolo dello spirito del male o del diavolo). Un tradizionale e antico dono natalizio croato fu anche la mela decorata, chiamata bozicnica (Bozic- in croato Natale), che regalavano i giovanotti alle fidanzate.
IL GRANO NATALIZIO
Una tradizione che si e tramandata fino ai giorni nostri e la seminatura di grano natalizio come simbolo della rinascita e della fertilita. La particolarita di questa tradizione e il fatto che non esiste nelle comunita protestanti e neanche nella maggior parte dell’Europa. La si trova soltanto a Portogallo, Italia Meridionale e qui in Croazia. Fino a Natale, questo grano e gia ben cresciuto in una ciotola con acqua e viene posata sulla tavola natalizia, e durante tutto il periodo delle feste sta sotto l’albero, vicino al presepe oppure in un angolo di stanza. Per farlo piu bello, lo si taglia un po’ e lo si avvolge con un nastro rosso oppure con quello che porta i tre colori della bandiera croata. In alcune zone in mezzo del grano ci si mette anche una mela oppure delle candele. Dopo il Natale, il grano si da agli uccelli, perché e vietato buttare via tutto quello collegato con questo giorno santo.
TRADIZIONI DELLA VIGILIA
Le antiche tradizioni della Vigilia di Natale e della Notte di Natale in Croazia sono: prendere tre ceppi piuttosto grandi, distendere la paglia, fare il presepe e accendere le candele.
Tre ceppi grandi che si portano a casa il giorno della Vigilia e si mettono sul focolaio sono il simbolo di Santa Trinita, e con la loro brace si accendono tutte le candele in casa. Ai ceppi che ardevano si usava offrire un po’ di cibo dalla tavola natalizia e un po’ di vino. Si credeva che il fuoco di questi ceppi grandi portera del bene a tutta la casa e famiglia.
Paglia, come simbolo di Natale, si e mantenuta molto piu lungo, rispetto ai ceppi. Il momento in cui la paglia si portava a casa, lavoro che, di solito, faceva il padrone, significava l’inizio ufficiale dei festeggiamenti natalizi. La paglia si distendeva sul pavimento, sotto la tavola, e un po’ se ne metteva anche sulla tavola e si copriva con la tovaglia, mentre quello che ne rimaneva si raccoglieva in fasci o si intrecciava per creare delle corone. Dopo la cena, tutti i commensali si alzavano dal tavolo per andare a sedersi sulla paglia e a chiacchierare fino a che non giungeva l’ora di andare in chiesa. In alcune zone, nella Notte di Natale non si dormiva sui letti, ma sulla paglia portata in casa. La paglia, distesa per terra, era il simbolo della nascita di Gesu Cristo in stalla, mentre i fasci e le corone simboleggiavano la fertilita.
FFino al 1850 in Croazia non si usava addobbare l’albero di Natale, benché questa tradizione in alcune provincie tedesche risalga ancora nel XVI secolo. Una curiosita rappresenta il fatto che i primi alberi di Natale erano alberi frondiferi. Con i rimboschimenti piu frequenti in uso entrano gli alberi di conifere. Una volta, l’albero si addobbava con delle mele, arance, prugne e pere, noci e nocciole dorate e con dolcetti di zucchero e carta oppure con delle figure di vetro, se mai qualcuno le avesse avute. Oltre a questo, si mettevano delle collanine di carta colorata, fili dorati e argentati, lampioni e candeline che si accendevano nei momenti piu solenni. Benché la tradizione dell’albero di Natale in Croazia si sia presentata, relativamente, tardi, l’usanza di addobbare la casa con del verde risale ancora nei tempi antichi ed era molto diffusa. Questo lavoro, di solito, lo facevano i bambini. Nelle zone litoranee, tradizionalmente, si usa portare a casa dei rametti di salvia e di edera, oppure dei rami di pino inquanto il verde viene ritenuto simbolo della forza vitale che si oppone alla letargia della natura invernale.
Presepe, costruito manualmente oppure tagliato di carta, che si mette sotto l’albero di Natale, e un ricordo diretto dell’avvenimento che si festeggia – la notte della nascita di Gesu Cristo. Una volta il presepe si costruiva di gesso, argilla oppure legno e si trovava soltanto nelle chiese. Era una questione d’onore costruire il presepe piu grande e piu autentico. Secondo alcuni scritti, il primo presepe in grandezza naturale costrui San Francesco ancora nel lontano 1223. La tradizione di costruire il presepe anche nelle case risale dal XIX secolo.
Tra gli addobbi natalizi ricordiamoci anche delle candele che portano la simbologia doppia: da un lato rappresentano il risveglio della natura, a dall’ altro lato riccordano la luce che Gesu Cristo ha donato al mondo con la sua nascita.
DIGIUNO E IL CENONE DI NATALE
La tradizione impone digiuno per la Vigilia e veglia per la notte fino a mezzanotte quando si va a santa messa. Per il giorno di Natale, il 25. Dicembre, si prepara un cenone ricco e solenne. Alla Vigila di Natale tutti i lavori inclusa la preparazione delle pietanze dolci e salate si dovevano concludere prima del suono delle campane serali. E mentre per la Vigilia si digiunava, a Natale, anche nelle case piu povere, si trovava almeno un pezzettino di carne e dei panini squisiti.
Dalla vasta cucina delle specialita natalizie croate, vi proponiamo due ricette:
Frittele
1/2 kg di farina, 2 uova, 2-3 etti di lievito, un po’ di grappa, un po’ di scorza di limone grattugiata, un po’ di sale, un cucchiaio di zucchero, acqua q.b. Mischiare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, quindi lasciarlo da parte finché non raddoppi il suo volume. Poi, con l’aiuto di un cucchiaio formare le frittele e friggerle in olio bollente. Fritte cospargere con dello zucchero vanigliato.
Insalata di chicchi
Prendere un etto di ciascuno dei seguenti cereali e legumi: mais lessato, soia, grano, fagioli e piselli. Salare tutto, aggiungere una cipolla, 1 decilitro di aceto di mela, 1 decilitro di olio d’oliva e 0,5 decilitro di vino bianco. Mischiare tutto e lasciare per almeno 5 ore.
da: http://www.adriatica.net/common/destinations/story_ita__6p6ki3i3m__.htm