Le rivoluzioni non possono più essere fatte, i vincoli economici sono oramai insuperabili. Il pensiero unico è il nuovo imperativo categorico, serve ad abbassare il tenore intellettuale delle masse per poter ridurre il tasso di democrazia in modo tacito. E’ così che dai codici democratici passano autoritarismo e prevaricazione del potere senza che il popolo ne abbia contezza . A guardare bene il mondo è facile intuire che qualcosa non abbia funzionato: i ricchi sono sempre meno e sempre più ricchi, i poveri sono sempre di più e sempre più poveri. Altro che percentuali bulgare, i numeri che tanto piacciono ai concretisti parlano del 99% contro l’1% dell’umanità tutta. Cos’è che si sta globalizzando se non la povertà? Le nuove politiche di immigrazione di massa sono l’ultimo strumento del neoliberismo a cui non rimane più nulla da privatizzare. Le politiche di austerity subite per anni dall’Africa stanno investendo con uguale violenza la stessa Europa ; ci chiedono lacrime e sangue come sacrifici estremi necessari ad aggiustare conti che non vedono un attivo da 30 anni. Il nostro debito pubblico pesa sempre di più sulle nostre vite . Non ci sono argomenti razionali che giustificano il nuovo assetto dell’economia finanziaria, che è sempre meno reale. Il neoliberismo sarà il nuovo paradigma a partire dalla caduta del muro di Berlino. L’emancipazione dei costumi sarà scambiata per un progresso tout court , che userà la libertà per uno sviluppo selvaggio dei mercati fino a trasformare la dimensione umanistica in ciò che verrà chiamato capitale umano. Le politiche neoliberiste saranno inaugurate dalla Thatcher e da Reagan, i veri fautori delle privatizzazioni , investiranno l’intera economia occidentale, creando i presupposti della cosiddetta “comunità internazionale “che si arrogherà il diritto di gestire l’intero pianeta terra in nome di una democrazia che di fatto bucherà se stessa, dichiarando guerre etiche ed embarghi terapeutici a quanti la dovessero pensare in un altro modo. Si dirà che essere keynesiani sia fallimentare : non più il lavoro al centro della vita, ma il bilancio. Via agli imprenditori alla Adriano Olivetti, a coloro che parlavano di fabbrica per l’uomo, e non di uomo per la fabbrica. Di una fabbrica che avrebbe dovuto distribuire ricchezza, servizi, cultura, democrazia e non solo utili per gli investitori . Si fa spazio a nuovi uomini di successo, che parlano di libertà di mercato solo dopo essersi assicurati un vero e proprio monopolio. E questo non suonerà come esecrabile, ma sarà accolto dalle masse come possibilità di milioni di posti di lavoro . In Italia le privatizzazioni sono state realizzate da governi di sinistra ( Prodi 1, Amato, Prodi 2 , D’Alema ) , ma per un fatto congiunturale, poco importava il colore della politica locale a un mondo che andava globalizzando le istanze di chi contava veramente sulla scena internazionale. A decidere era l’economia d’oltremanica, ma soprattutto d’oltreoceano. Era il 2 giugno del 1992 quando un giovane direttore generale del Ministero del Tesoro ,il cui nome ancora sfuggiva ai più, sale sul Britannia, lo yacht della Regina del Regno unito, ormeggiato nelle acque di Civitavecchia, per incontrare i vertici della comunità finanziaria internazionale. Il suo nome è Mario Draghi, e la frase che pronunciò resta negli annali delle locuzioni che hanno cambiato la storia economica “ Avete a disposizione l’intera argenteria del nostro paese “. Sarà svenduta l’Italia, il lavoro smetterà di essere un diritto .La retorica dei diritti umani sarà lo strumento ideologico per far sparire quelli sociali. La libertà di mercato prenderà il posto del Sacro ,nessuno ne vedrà l’ossimoro , il superuomo di Nietzsche ha già imparato a vivere sotto un cielo vuoto del suo più alto significato. L’Italia che aveva assicurato la casa di proprietà agli italiani, e aveva permesso al figlio del minatore di diventare medico , sarà liquidata come “Italietta “, come qualcosa di arcaico che la storia supera per il suo scorrere naturale. Ci hanno fatto credere che lo stato fosse il problema e il mercato la soluzione, mentre il profitto privato fagociterà ogni forma possibile di giustizia sociale. Le politiche neoliberiste hanno fallito, non solo affossando lo stato sociale, ma anche quello nazionale. Il nostro debito pubblico è esploso e ci ha reso ricattabili dalle economie più forti, gli interessi che ne derivano sovrastano la possibilità di eliminarlo. Il PIL decresce, la disoccupazione aumenta, anche se assorbita in parte dal precariato. La narrazione ci dice di un Monti che ha salvato l’Italia, e non di un vero e proprio commissariamento da parte dell’EUROPA , per mezzo di un governo tecnico. I numeri non sono doxa , non hanno bisogno di interpretazione né di speciali ermeneutiche , hanno un solo significato, ma se la macchina della propaganda lavora bene anche quelli diventano relativi. Siamo arrivati a un punto in cui l’atteggiamento critico è proibito stesso dalla nostra falsa coscienza , ancora prima che dal sistema. Poi però la gente si rende conto di come sta, del proprio declassamento sociale, della depauperizzazione della classe media ,dei figli che per la prima volta stanno peggio dei padri, è questa la ragione di chi non vota più , è questo il motivo dell’enorme bolla astensionistica che accoglie tutto il malessere che non trova più la strada per farsi ascoltare. C’è chi ha smesso di credere anche nelle proprie ideologie, che negli uomini sbagliati hanno mostrato tutta la loro miseria. La coerenza è un valore altissimo, è ciò che ci fa essere degni di rispetto, ma bisogna anche essere disposti a cambiare idea, quando l’intelligenza ce lo chiede. Per non viziare le nostre ragioni da un’agorafobia intellettuale che ci impedisce di essere onesti con noi stessi. Qualche volta bisogna scendere a patti con l’esistenza, per riuscire a preservare la nostra dignità che non può accontentarsi di un pensiero pensato ma deve sempre pretendere di essere il frutto di un pensiero pensante. L’attualismo gentiliano era già questa pretesa, anche se poi ci ricorda che spesso la prassi umana non è mai all’altezza della nobiltà delle idee giuste. Il dito è sempre puntato sull’uomo che come entità metafisica siamo tutti noi ma anche nessuno di noi. L’inquinamento? E’ tutto colpa dell’uomo e non delle grandi industrie, è l’uomo che nasce disonesto e non il nuovo sistema finanziario che toglie ai poveri per dare ai ricchi, è l’uomo che non paga le tasse e non i miliardari con l’ausilio di paradisi fiscali e di una politica che strizza l’occhio ai grandi evasori ( con 100 miliardi di evasione fiscale si tagliano pensioni e salari) , è l’uomo che ha voluto affossare il welfare e non le politiche neoliberiste con le quali saranno poveri solo quelli che non avranno meritato di meglio. Eppure i sottotitoli dicono che per l’uomo mOderno la felicità possa risiedere solo nella ricchezza. Ricordare questa visione manicomiale ai giovani è una sorta di mutuo soccorso, per un risveglio di una dimensione umanistica che non faccia ombra alla bellezza, alla verità, alla giustizia, ce lo dice Simone Weil che muore a soli 34 anni perché per qualcuno la verità non è qualcosa con cui poter scendere a patti , a volte necessita di essere testimoniata. La nuova classe politica avrà mai dato importanza a una sola pagina dei quaderni della Weil ? Avrebbero scoperto che l’umiltà è l’unica forma di intelligenza rispettabile . I nostri politici invocano pieni poteri, chiedono il premierato forte , anche se a votarli è stata meno della metà del popolo italiano, non si accontentano di piene maggioranze che permettono di governare ,una volta si accontentavano di far arrivare i treni in orario per tutti, adesso pretendono di fermarli a loro uso e consumo, contro il parere di chi il treno lo comanda in forza di un contratto di lavoro. E’ questa la democrazia di cui si fanno vanto e che contrappongono ai paesi autarchici per legittimare la finta libertà di cui godiamo . E’ questa la loro cultura costituzionale. Che democrazia è quella in cui ogni giorno qualche milione di persone rischia di non poter mangiare, di non potersi curare, di non riuscire a trovare un lavoro che consenta un progetto di vita a lungo termine, di non poter fare esami diagnostici per prevenire l’incubo di malattie incurabili. Ogni giorno muoiono tre operai sul lavoro ,che tipo di democrazia permette questo se non una democrazia classista? I dati tecnico scientifici ci dicono che con questo tasso di natalità tra 200 anni nascerà l’ultimo italiano e la nostra maggioranza politica si preoccupava di sostituzione etnica, qui il vero problema sembra essere l’estinzione etnica. Le ideologie sono pericolose ,perché in grado di controllare la mente, fornendo una certa visione della realtà. Bisognerebbe trovare un nuovo modo di pensare in un mondo dove persino le nostre eventuali reazioni sono già conosciute tramite i dati che rilasciamo nell’uso dei social media, che fanno di noi un campione umano prevedibile . Lo stesso concetto di responsabilità dovremmo caricarlo di un nuovo significato ,quello di prima non basta più ,perché lo stesso concetto di umano ha perso i suoi confini , esondando in uno spazio nuovo che accetta la quantità al posto della qualità,l’ingiustizia sociale al posto della giustizia, la menzogna al posto della verità, l’odio al posto dell’amore ,il rifiuto dell’altro al posto dell’accoglienza, la disumanità al posto dell’umanità.
La solidarietà ha fondato la dignità umana, basta fermaci alla shoah per averne contezza . La shoah ha inchiodato l’uomo alla sua natura biologica, mostrando come senza emancipazione dei sentimenti non c’è uomo, mostrando come la possibilità di disumanizzarci stia dentro e non fuori dai confini dell’umano , lì nel punto dove si abbandona il pensiero, lì dove l’uomo è solo corpo. Le giornate della memoria a poco servono se non facciamo nulla per imparare dagli errori, ci piace pensare che quella sia stata mostruosità , ma è proprio questo a dirci che l’uomo può essere il peggior nemico di se stesso . Se l’uomo è ciò che il suo tempo lo fa essere è massimamente pericoloso demandare la propria responsabilità di essere pensante. Nulla può essere più utile all’uomo dell’uomo stesso , ma non vale più se ci accontentiamo di essere avatar. Io appartengo all’ultima generazione dei ragazzi del secolo scorso , c’era l’idea di una globalizzazione buona, il liberismo sembrava essere l’ipostasi della libertà. Invece abbiamo smesso di credere nella storia, e abbiamo smesso di sognare ,a dispetto della realpolitik, un mondo giusto , un mondo diverso, al punto che è lecito affermare che l’intelligenza artificiale sia la massima espressione del nuovo umanesimo e non qualcosa che gli si oppone, chissà magari è quella terza via per sperare in una nuova realtà : ma questo noi non possiamo ancora saperlo. Intanto, che nessuno tocchi Caino.
FERRARO ANNA