Almeno il fatto che noi, congiuntamente ad un’altra decina di promotori concittadini, siamo stati tra gli artefici della realizzazione del Monumento sito in Largo Croci, del Pannello maiolicato sito in Porta Napoli, della targa a ricordo del pernottamento di Re Vittorio Emanuele II nel Palazzo Caracciolo in Piazza Duomo e di tantissime irripetibili Celebrazioni annuali, dicevamo, almeno questo è certo? O qualcuno ha documentazione probante per smentire anche questi fatti? Si badi bene, tutte queste iniziative sono state realizzate non prima di minuziosissime ricerche storiche con l’ausilio di Storici del Risorgimento e documenti reperiti presso gli Archivi romani. Così, tanto per puntualizzare. Oggi, invece, con l’approssimazione di tanti ignoranti (che ignorano) siamo costretti, a distanza di anni a subire stancamente iniziative ed affermazioni che mettono a dura prova la nostra capacità di tolleranza e di accondiscendenza. Si lasci passare l’astrusa teoria del Prof. Briguglio di Storia del Risorgimento dell’Università di Padova che aveva scambiato il Monte Santa Croce di Caiazzo con quello di Roccamonfina e puntualmente ufficialmente smentito da noi medesimi; lasciamo correre la testimonianza del pernottamento del Re in quel di Presenzano nella cui piana era accampato il suo esercito a riprova che ivi fu lo Storico Incontro….(Paese News, 22.11.2023), ma che un (P)rimo Cittadino “pro tempore” addirittura si arroga il diritto di siglare un Protocollo d’Intesa atto a “Valorizzare dei Luoghi ad Alta Importanza Storica per l’Unità d’Italia”, individuando congiuntamente quali luoghi dove sarebbe avvenuto lo Storico Incontro il 26 ottobre 1860 nei Comuni di Teano e di Vairano Patenora, ci sembra , a dir poco, di aver oltrepassato ogni limite di sopportazione al rispetto dell’intelligenza umana. Una volta Antonio (Sant’Antonio da Padova, quello che fu anche di Teano) teneva a Montpellier, in Francia, un corso di predicazione. Durante il discorso nella chiesa cattedrale si ricordò che quel giorno toccava a lui cantare l’Alleluia durante la Messa conventuale che si celebrava nel suo convento, ed egli non aveva incaricato nessuno di sostituirlo. Allora sospeso il discorso, si tirò il cappuccio sul capo e rimase immobile per alcuni minuti. Meraviglia! Nel medesimo tempo i frati lo videro nel coro della loro chiesa e lo udirono cantare l’Alleluia. Il dono dell’ubiquità di Sant’Antonio. Quel dono miracolo ripetuto, oggi, con la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa, che attesta l’ubiquità di Garibaldi e Vittorio attestato dal Sindaco di Teano e da quello di Vairano P.. Per la precisione, la miracolosità del miracolo è sancita da una commissione di esperti – perlopiù medici – che stabilisce se, ad esempio, la guarigione (uno dei miracoli più diffusi) sia da attribuire a un intervento divino o se sia spiegabile con le umili conoscenze dell’uomo. Qui, invece, bastano solo due Sindaci.
L’art.3 del Codice (D.Lgs 42/04) procede alla tipizzazione del concetto di tutela. La tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette sulla base di un’adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione. Dunque, la funzione della tutela viene a strutturarsi dal punto di vista logico in una preliminare attività conoscitiva tanto di tipo scientifico che di ricerca territoriale e non territoriale (ad esempio nel settore del patrimonio intangibile) finalizzata alla individuazione dei beni culturali. La conseguenza obbligata di tale attività scientifica è la concretizzazione degli obblighi costituzionali di protezione e conservazione. Il tutto avente poi come fine la fruizione pubblica, finalità che abbraccia tanto l’attività della conoscenza che la protezione e conservazione. Ora, al di là, di una vera aberrazione e scandalo di ordine storico e culturale (si è giunti ad ipotizzare l’ubiquità di un evento storico! Vergogna!), come si permette un (P)rimo Cittadino ad agire in maniera arbitraria, monocratica e illiberale, firmando un atto che offende, svilisce e mortifica la dignità storico-culturale di una intera cittadinanza? Il Marchese di Teano: “Io so’ io e voi non siete un ca….”. Come si permette un (P)rimo Cittadino ad agire, rispetto ad un fatto che è da più di 100 anni un vanto storico e culturale di una Città senza porsi il problema (e la buona creanza) di interpellare i propri Cittadini? “Io so’ io e voi non siete un ca….”. E, visto che almeno il fatto che noi, congiuntamente ad un’altra decina di promotori concittadini, siamo stati tra gli artefici della realizzazione del Monumento sito in Largo Croci, del Pannello maiolicato sito in Porta Napoli, della targa a ricordo del pernottamento di Re Vittorio Emanuele II nel Palazzo Caracciolo in Piazza Duomo e di tantissime irripetibili Celebrazioni annuali, dicevamo, almeno noi, pretendiamo (!!!) una formale dichiarazione da parte del (P)rimo Cittadino sulla Sua decisione senza averci perlomeno informati ed edotti in merito a questo Suo attestato “dono dell’ubiquità” dei due artefici dell’Unità d’Italia. Così, magari, al posto di Sant’Antonio, che non c’è più nemmeno Lui, su quella collina, potremo andare ad adorare qualche altro santo…… O no? “Io so’ io e voi non siete un ca….”.
Pasquale Di Benedetto