Cosa avrà narrato la giovane bella donna sidicina alle compagne del museo campano ( le Matres Matutae). Quasi certamente che abitava una ricca, sterminata città, sacra alla gente Italica dei Sidicini, venuti forse dalle nevose montagne abruzzesi a mescolarsi e a sovrapporsi ai popoli delle fonti, gli Ausones, attratti dalla fertilità del territorio, dalla mitezza del clima e dall’abbondanza di sorgenti. Gli autori classici ne avevano parlato e naturalmente scritto, contribuendo a confonderci le idee già abbastanza confuse da un succedersi di migrazioni, di lingue, di misture , stratificazioni e sovrapposizioni etniche di cui spesso si smarrisce il filo per la spilorceria e la frammentarietà delle fonti antiche. Opici, Osci, Ausoni & Aurunci, Etruschi, Greci , Sanniti e poi i Romani, poderosa macchina da guerra , astuto esempio di sottile diplomazia. Quanto desiderio di conquista e poi le terre , oltre l’orizzonte concluso dai monti di Abruzzo e del Sannio guerriero, granaio naturale lì pronto a soddisfare fame e sete , lussi e frenesie. E non lontano l’opulenta civiltà dei Greci d’Occidente. Teano fu la città-fulcro della gente italica dei Sidicini i cui connotati etimologici si perdono nelle nebbie di incerte interpretazioni, ma la cui civiltà originale e autonoma, pur nell’ambito delle culture dell’Italia antica, lasciò interessanti tracce ben esposte nel locale museo archeologico. Oggi rilanciato e sponsorizzato da quell’impagabile macchina di "happy hours" e altro ancora che sono le Amiche dei Musei, sapientemente orchestrate da quel saggio, simpatico Babbo Natale che è il presidente Naschi.
Circondata da un circuito murario di fortificazione, possente manufatto di architettura collettiva difensiva cui dovettero concorrere maestranze dell’Etruria campana, fu attratta nell’orbita romana dopo numerosi e falliti tentativi di conquista da parte delle maggiori potenze militari di quell’epoca: Sanniti e Romani. L’inarrestabile romanizzazione di Teano e del suo territorio vide una splendida monumentalizzazione della città con evidenze architettoniche di lusso e prestigio. L’ampio teatro sottoposto a due fasi costruttive in età diverse: tardo repubblicana e imperiale; terme arredate con ammirevoli elementi architettonici ; il foro "nobilitato" dalla statua di Ottavia sorella di Augusto , moglie devota e sfortunata di Antonio (riferimenti letterari); circo; anfiteatro.
Numerose e di rilievo le dimore pubbliche e private che sorsero in una città immensa dalla fortissima vocazione cosmopolita in cui fiorì un’imponente e prestigiosa edilizia religiosa perfino dalle connotazioni esotiche. Il prestigioso e lussuoso Iseion di cui restano tracce considerevoli nella cattedrale di Teano e nel giardino vescovile (sfingi in granito, urèi simbolo della dea e altre significative evidenze architettoniche e decorative ). Evangelizzata in epoca tardo-antica da S. Paride che fu il fondatore e primo Vescovo della diocesi in piena epoca tardo antica checché ne possa dire il vispo autore di sudati pamphlets ( dal greco greco ???-?????.)dai titoli chilometrici, conservò parzialmente la sua importanza nelle epoche successive, in barba a invasioni, incendi, devastazioni e imperdonabili negligenze degli uomini e degli dei. Oggi versa l’antica rispettabile Teanum, splendore dei Sidicini, in una condizione di estrema abiezione e smisurato disagio. Cosa dire in proposito che non sia stato detto? E soprattutto cosa fare in merito che non sia stato fatto?
Suvvia amici Lettori apriamo finalmente strada e spazio a una critica che sia davvero critica sulle orme da imitare di Cassandra, Guttoriello, Passariello, Santonastaso, Spaziano, Zarone e altri intemerati difensori di un’autonomia di pensiero e azione che possa far brillare la stella cometa della positività nella tenebrosa, delirante notte dei personalismi e della conquista a tutti i costi del potere interessato da parte di crudeli Erodi e di boriosi, falsi Messia!
Giulio De Monaco