Una cosa è risultata chiara al termine della riunione svoltasi ieri 2 marzo presso il salone delle conferenze del Seminario, tra i medici di base del distretto di Teano, circa una quindicina sui sessanta che operano nel distretto, ed i vertici della Sanità locale e provinciale nelle persone del sub commissario dottor Medunì, dal direttore sanitario del distretto dottor Colacci e dall’esperto ASL dottor Cassirà, proveniente dalla sanità veneta in qualità di esperto in assistenza di secondo livello:
Qualunque sarà la destinazione della struttura di via Roma, non chiamatelo più Ospedale perché tutto quello che potrà essere fatto in quella struttura non rientrerà mai nella tipologia classica ospedaliera. Questa è la premessa scaturita dalla relazione introduttiva del sub commissario prima che salutasse i presenti per recarsi ad altro appuntamento. Si è parlato invece di una proposta che ipotizza la creazione di un Ospedale di Comunità, poi, dopo una osservazione del dottore Corbisiero che richiedeva chiarezza nella terminologia da usare, per non confondere le persone. La nuova struttura ipotizzata non è un ospedale, non è un pronto soccorso e non è attrezzata per le urgenze, per le quali è previsto l’intervento del 118, si è ipotizzato di definirla casa di sollievo o della salute.
Ma quali sarebbero esattamente le finalità di questa nuova struttura? Secondo quanto stabilito dal decreto commissariale, possono accedervi soltanto i pazienti acuti dimessi dagli ospedali ed i pazienti in Assistenza Domiciliare Integrata ( per intenderci i pazienti domiciliari con piaghe da decubito o terapia infusionale) che possono avere dei peggioramenti clinici. Su questo, l’esperto chiarisce che possono accedervi anche tutti i pazienti affetti da patologie croniche importanti. Ancora Corbisiero, nell’interpretare la volontà dei colleghi presenti, si dichiara disponibile a collaborare per facilitare la creazione di un servizio che compensi, anche se in minima parte, la grave perdita dell’Ospedale, chiede però che la struttura disponga delle dovute attrezzature perché possa efficacemente rispondere alle aspettative dei particolari pazienti.
Da quanto si è avuto modo di capire, l’intera operazione di individuazione del paziente ricoverabile, il protocollo delle cure ed ogni altra decisione avrà un unico regista e sarà il Medico di famiglia. Proprio per questo motivo i medici presenti hanno chiesto che si proceda garantendo la migliore efficienza in quanto saranno poi loro a doverci “mettere la faccia”.
Utili e pertinenti sono risultati gli altri interventi dei dottori Lo Greco, Polito, Gliottone, Mirra, Acquaro tesi soprattutto a sollevare problemi pratici che hanno spesso enormi riflessi nel rapporto paziente medico, anche e soprattutto in funzione delle aumentate responsabilità che andranno a ricadere proprio sull’attività del medico di base.
Il confronto prosegue, entro 10 giorni sarà nominata una commissione composta da quattro medici che lavoreranno assieme all’esperto dottor Cassirà, per stilare i protocolli e le caratteristiche della nuova struttura.
Severino Cipullo