L’avanzata iniziata nell’estate del 1944 dell’Armata rossa per la liberazione della Polonia dall’esercito tedesco mise in luce camere a gas e forni crematori per la distruzione della razza ariana raccolta nei campi di concentramento nei sobborghi di Belzec, di Sobibar e di Treblinka che truppe tedesche in frettolosa ritirata non riuscirono ad abbattere.
Il 27 gennaio 1945 l’Armata rossa raggiunse la citta’ di Oswiecim, in tedesco Auschwitz, sita nella regione Slesia. La citta’ di TEANO-Istituzioni-Plessi scolastici non vengano meno a ricordare il "GIORNO della MEMORIA" riconosciuto tale in tutti gli Stati dell’Unione Europea. Per sommi capi riporto momenti trascorsi su questo suolo allorquando dai media apprendo che Comunita’ ebraica romana, Scuole romane di ogni grado saranno in visita al Campo di sterminio di Auschwitz nonche’ alcuni superstiti italiani, lascio Tychy,mia residenza polacca distante 25 Km e mi reco nel luogo di incontro.
Durante questi anni di permanenza in Tychy ho incontrato rabbini quali : Toaff-Di Segni-Pacifici, sindaci;Veltroni e Alemanno;il ministro Riccardi;superstiti del campo quali;Terracini-Fiano-Shomo che a turno narravano i tristi momenti della vita giornaliera vissuta nel campo. Il lungo viaggio dall’Italia in carri bestiame, stipati oltre la capacita’, terminava sul piazzale lastricato del campo. Visite mediche,taglio dei capelli, selezione uomini-donne- bambini,politici, storpi, gay, matricola e vestiario mentre i malati e neonati subito inviati al forno crematorio.
La giornata iniziava con l’invio al lavoro nei campi, nelle fabbriche e nelle miniere; a sera il ritorno nelle baracche dove veniva somministrato del cibo scarsissimo contenuto in una ciotola a base di patate-cipolle-grasso e fetta di pane. Il tutto da deglutire con la testa nella ciotola non era consentito avere forchetta-cucchiaio-coltello. Le numerose baracche in legno con pagliericcio accoglievano i deportati per il riposo ma tanti, il giorno dopo, sfiniti dalla fame, dalla fatica e dal freddo nordico stramazzavano a terra, questi prelevati venivano portati al forno crematorio. In totale il campo di Auschwitz annovera oltre 2 milioni e mezzo di Ebrei morti e, fino al 27 gennaio 1945, riuscirono a sopravvivere un migliaio di vite umane, sofferenti, emaciate che l’esercito russo salvo’ in tempo da stenti e dalla morte. Anche qui i Tedeschi in ritirata non riuscirono a distrugger le brutali costruzioni di morte: camere gas e forni crematori
Il triste ricordo dei giorni trascorsi al campo di concentra mento raccontato con lacrime che solcavano il loro viso si palesava anche per l’impotenza di non aver potuto salvare un membro della loro famiglia. La visita terminava al Mausoleo per un Requem.
Minerva Arnaldo