a) redigere un “Preventivo di Bilancio Condiviso”. L’inserimento di un tale temperamento nell’amministrazione nella cosa pubblica è certamente un processo democratico e trasparente, mediante il quale i cittadini possono scegliere autonomamente ogni anno come e dove investire una parte delle risorse del Comune. In particolare questa forma di partecipazione e condivisione postula la rinuncia degli Amministratori a vaste fette di privilegi insiti nel loro potere decisionale, l’attenzione verso i più deboli, lo stimolo a far crescere nei cittadini una forte coscienza critica verso l’operato dei propri rappresentanti, la costruzione di un sistema trasparente e condiviso. Tale atto è la pietra angolare di un “edificio” amministrativo giusto e democratico, è un "patto sociale" tra Comune e cittadini, in cui l’Amministrazione s’impegna a dare concretezza, visibilità e risposte efficaci a proposte e indicazioni di questi ultimi;
b) procedere al recupero del Centro Storico. Tale programma dovrà prevedere investimenti possibili, promuovendo ed incentivando la ristrutturazione degli immobili destinati ad un’attività turistica (albergo, pensione, posto di ristoro) e nel contempo imporre il restauro conservativo. Ma a tal fine cos’è opportuno fare? La risposta è semplicissima:
§ redigere "il Piano di Recupero del Centro Storico” adeguato alle esigenze attuali;
§ porre in essere leggi pertinenti per il recupero dei centri storici, sia degli edifici pubblici sia privati;
§ favorire il ritorno “abitativo” nel centro storico con azioni concrete di aiuto quali la diminuzione dei canoni (acqua, spazzatura) per tutti e, in special modo, sia per le giovani coppie che autonomamente scelgono di risiedere nel centro storico sia per gli operatori di commercio che optano di spostare l’attività nel centro storico;
§ promozione intensa e continua della città, in modo da stimolare gli investimenti di persone ed operatori economici;
c) fornire risposte chiare, concrete e, soprattutto, VERE. Spesso i cittadini, a fronte delle loro legittime richieste di chiarimenti per decisioni o comportamenti amministrativi dai quali ritengono a torto o a ragione di essere danneggiati o discriminati, ricevono, dagli amministratori e/o dal personale, risposte vaghe, evanescenti e contraddittorie che il più delle volte si traducono in uno "scaricabarile" non proprio edificante: ne derivano sfiducia nei confronti della conduzione della cosa pubblica, malumori, frustrazione, senso d’ingiustizia e la negazione del diritto dei cittadini di essere informati sugli atti amministrativi che li riguardano. Situazione, questa, che avvelena la civile convivenza nella comunità. Per ovviare a ciò, è ipotizzabile istituire la figura del Difensore civico. Il Difensore civico comunale non è un avvocato, né un magistrato, né un politico, ma un cittadino eletto dal Consiglio Comunale, chiamato in piena autonomia a difendere i diritti e gli interessi dei cittadini nei rapporti con la pubblica amministrazione, nel rispetto dei principi di imparzialità, efficienza, equità, trasparenza;
d) combattere la disoccupazione giovanile. L’Amministrazione comunale ha il dovere di fare appello a tutte le risorse economiche locali per favorire la nascita di nuovi posti di lavoro;
e) riordinare la "macchina comunale", che attualmente ricorda l’apparato di governo della "repubblica delle banane": molti dirigenti e pochi esecutori, con costi elevatissimi ed efficienza prossima allo zero. Considerando il Comune quale "azienda" che "produce" servizi per i cittadini, scaturisce che la coniugazione "qualità" dei servizi e soddisfazione degli utenti deve essere attuata con costi giusti ed accettabili per la comunità, diventando operazione doverosa ed indispensabile. Analizzare la macchina amministrativa e ristrutturarla dov’è necessario, ovviamente con coerenza, giustizia e fermezza, eliminando eventuali "rendite di posizione" o "nicchie di privilegio" o "forzature" che purtroppo molto spesso si costituiscono quando il momento amministrativo è permanentemente condizionato e sovrastato dal momento elettorale, cioè dalla ricerca e dal mantenimento del consenso ad ogni costo;
f) rivedere e ponderare gli interventi per la realizzazione delle opere pubbliche. Quasi tutte le Amministrazioni teanesi si sono mosse sempre tenendo a base un principio per niente condivisibile e non sempre favorevole ai cittadini: un’opera pubblica bisogna comunque farla, anche se inutile e dispendiosa o meno necessaria di altre. Di conseguenza è opportuno cambiare radicalmente il pensiero in:
§ realizzare solo le opere necessarie;
§ realizzare nel cento storico il plesso scolastico della Scuola Media;
§ realizzare strutture sportive al fine di dare ai giovani, adolescenti e bambini la possibilità di praticare sport, perché essi possano vivere, crescere e svilupparsi in piena armonia e lontani da alternative forzate e “pericolose”;
§ creare uno spazio attrezzato (parco) per i giochi dei bambini, per il riposo degli anziani o semplicemente per passeggiare, conversare;
§ rendere praticabili tutti i marciapiedi, oggi camminarci è impresa difficile e, senza ironia, pericolosa per bambini e anziani.
Realizzare, cioè, una Teano a misura di uomo!!! La nuova coscienza amministrativa dovrà conciliare la giustizia con l’umanità, il cittadino con il Comune, l’esistenza con la vita. E necessario realizzare un nuovo rapporto fra cittadino e Comune, basato sugli interessi della collettività , integranti però gli interessi e le esigenze dei singoli;
g) contenere i costi di gestione amministrativa comunale. In particolare, tutti coloro che intendono candidarsi a qualsiasi titolo per la costituzione del Consiglio Comunale, qualora già possessori di reddito mensile, per onestà intellettuale e per correttezza nei confronti dei giovani disoccupati, degli “esodati” e delle classi sociali disagiate, dovranno rinunciare a qualsiasi stipendio/indennità aggiuntivi. Tale risparmio potrà essere investito a favore di quel popolo sidicino residente nel centro storico. I temperamenti da adottare dovranno, poi, tendere allo sgravio fiscale per le insegne luminose di vario tipo, per l’occupazione di piccoli spazi di suolo pubblico (bar che posizionano pedane con tavolini per la consumazione di bevande), e ridurre il costo dell’acqua e dello smaltimento rifiuti.
Ecco alcune idee che sicuramente possono migliorare, non peggiorare, le condizioni di vita comunitaria del popolo sidicino.
Ce la faremo a cambiare mentalità e stile di vita collettiva? Speriamo bene!
Mario BISOTTI