Sono belli i giovani. Negli occhi hanno la speranza verso il futuro e si rialzano in un lampo, anche dopo un’amara delusione. Non li scalfiscono né le critiche (parliamo di quelle non costruttive, che vogliono la lista di Teano Punto e a Capo una passaggio di testimone da “chi ci è stato” a “chi ci appartiene”) né le campagne elettorali frenetiche, vissute a pieno ritmo per organizzare il tutto perché, sarà un passaggio di testimone come hanno definito molti, ma nessuno di loro lì c’è mai stato, quindi nessuno sa come funziona quel complicato meccanismo che è la macchina pre-elettorale. E i giovani hanno bisogno di sbatterci la testa per imparare.
Hanno valori sani i giovani. Non sanno che nella vita l’onestà è tanto, ma senza la “cazzimma” (termine riportato nel Dizionario di Ferrero prima e in quello della Crusca poi) non si va da nessuna parte. E parlano gli occhi dei giovani, dicono tante cose belle. Dicono di un’anima che splende nel buio di una notte chiamata crisi in cui il sole sembra non voler risorgere ma a cui nessuno si rassegna. Ci mettono il cuore, ci rimettono, si fanno male, continuano imperterriti, perché ai giovani piace sognare.
Per quanto riguarda la sua idea di opposizione, si riportano “pari pari” le parole dell’avvocato Giovanni Scoglio, purtroppo a causa dei limiti della scrittura, non è possibile descrivere il garbo e l’entusiasmo che lo caratterizzano.
“Credo che, per definire il ruolo che andrò a ricoprire all’interno del prossimo Consiglio Comunale, il termine opposizione non sia il più adatto, ma preferisco di gran lunga quello di “minoranza consiliare”.
Tale precisazione è doverosa poiché, mentre la parola opposizione potrebbe lasciare intendere un atteggiamento di contrarietà a prescindere nei confronti dell’amministrazione, ritengo che il mio ruolo debba essere un altro. Infatti, per quello che mi riguarda, non avrò alcuna difficoltà a dare sostegno alle proposte che verranno fatte nell’interesse della collettività poiché credo che l’attuale situazione di difficoltà richieda uno sforzo congiunto di tutte le forze disponibili all’interno del civico consesso; sempre che la maggioranza consiliare, abbandonando le logiche del preconcetto, voglia assumere un atteggiamento di apertura verso i contributi propositivi che dovessero provenire dalle minoranze.
Qualora, invece, dovessi trovarmi di fronte a scelte non condivisibili o a proposte che non valuterò rispondenti alle reali esigenze della città, non esiterò a “mettermi contro” (espressione che si ricava dall’etimologia del termine latino opposizione).
Da ultimo, non di certo per importanza, non dimentico quello che sarà forse il mio ruolo più impegnativo: e cioè quello di rappresentanza nei confronti della squadra di uomini e donne che mi hanno sostenuto e dei quasi duemilacinquecento cittadini teanesi che hanno condiviso le nostre idee ed il nostro programma”.
Poi, la domanda infame, anche se conosciamo la risposta, ma molti no. “Lo ha fatto per soldi?”
“Prima di tutto, un consigliere comunale, che non ricopre incarichi di giunta (come nel mio caso), percepisce solo il gettone di presenza per i consigli comunali (e parliamo nell’ordine di qualche decina di euro a seduta); inoltre, ed è ben più importante, anche qualora fossi stato eletto Sindaco, alla luce del fatto che non sono un dipendente pubblico, ma un libero professionista, comunque avrei guadagnato di meno rispetto a quello che riesco a percepire solitamente dedicando tutto il mio tempo alla mia attività. Anche e soprattutto perchè, nella professione che svolgo, più lavori più guadagni. Tuttavia, proprio in virtù del dovere morale che avvertivo nei confronti della mia comunità, avevo messo in conto di sacrificare parte del mio lavoro (e quindi dei miei guadagni) per offrire un contributo positivo”.
Beh, più o meno, è lo stesso calcolo elaborato prima dell’intervista. E’ sfatato il mito sui falsi compensi, vi lasciamo alla prossima puntata.
Maria Flora Grossi