C’è una pubblicità che mi colpisce ogniqualvolta la vedo. E’ la pubblicità di una casa automobilistica che mostra, in una società ipertecnologica e futuristica, una famiglia alle prese con auto di inizio novecento, asmatiche ed antidiluviane, in forte contrasto col mondo circostante. Mi colpisce perché mi sembra paradigmatica della società italiana: in un dettagliato intervento di un opinionista del Corriere della Sera, viene affermato, con tanto di prove, che la società italiana lentamente affonda incastrata in un triangolo formato da spesa pubblica, tasse e burocratizzazione. Questa viene definita addirittura centrale, un "ragno velenoso, forse immortale, quasi certamente immodificabile" nelle sue articolazioni, centrale e periferiche.
Nel suo piccolo, anche la nostra Amministrazione si trova alle prese con questo triangolo, ed anche qui c’è la struttura burocratica che alimenta la spesa pubblica con i suoi continui, indilazionabili e "limitati" interventi che però a fine anno pesano per diecine, forse centinaia, di migliaia di euro, risolvendo naturalmente solo parzialmente e temporaneamente i problemi, e quindi impedisce una spesa razionale e provoca l’aumento delle poche tasse su cui influisce il Comune. Si sapeva, almeno, scusate l’immodestia e l’autocitazione, io l’ho affermato in chissà quanti interventi, che la struttura burocratica, così come le auto della pubblicità, costituisce l’aspetto stridente della nostra società, ne impedisce lo sviluppo e la mortifica nelle sue aspirazioni, in contrasto col contesto, per cui merita un’attenzione primaria e particolare. Qualsiasi progetto, idea, disegno di sviluppo, ecc., ha a che fare con la struttura comunale della quale tutto si può dire tranne che mostri particolare efficienza ed efficacia nella gestione del pubblico interesse. Non so se tutta l’Amministrazione attuale, portatrice di tante idee brillanti e futuristici progetti di sviluppo e suscitatrice di tanti entusiasmi, abbia piena coscienza dell’esistenza e della complessità della questione, anche se penso che a quest’ora il Sindaco, persona particolarmente esperta di pubblica amministrazione, si sia reso conto che la riforma delle macchina amministrativa sia prioritaria, come ha dimostrato con la vicenda delle deleghe dirigenziali.
Ovviamente su questo tema ognuno ha le sue idee, ed anche io quindi ho le mie, ma credo che la ricerca della soluzione non possa prescindere dall’analisi degli elementi che caratterizzano il problema. Molti dei numerosi dipendenti comunali, si parla di oltre novanta persone che quindi incidono massicciamente sul bilancio comunale, sono abbastanza preparati ed in grado di svolgere il proprio compito, alcuni pure in maniera brillante. Qualcuno comprende altresì che svolge una funzione non fine a sé stessa ma al servizio della Città, se non dei cittadini, e potrei finanche citare qualche nome. Purtroppo c’è anche chi usa le norme come una clava contro i cittadini, intesi come sudditi che devono subire la personale interpretazione della propria funzione, in maniera egoistica e per il proprio tornaconto. L’analisi, in maniera certosina e paziente, delle singole funzioni e del modo e dei tempi in cui il personale vi adempie quindi credo sia fondamentale. Vi risparmio quali siano secondo me le soluzioni, anche per non essere accusato, come è già avvenuto, di invasione di campo altrui. Mi interessa solo tener vivo il problema.
Tra un paio di settimane sono sessanta giorni dall’insediamento e spero che a questo punto un piano di intervento sia chiaro nella mente dei nostri amministratori. Un tentennamento, un ritardo, o, Dio non voglia, un fallimento, sarebbero esiziali per tutta una classe dirigente.
Un coraggioso cambiamento sono sicuro riceverebbe l’entusiastico appoggio di tutti i cittadini.
Gino Gelsomino