Assoldata nelle milizie del General…pardon… dr. D’Andrea sin da subito dimostra le proprie innumerevoli qualità. Le viene conferita la delega al commercio, ma fa finta di nulla e gli stessi commercianti, imperterriti, la cercano non trovandola. Si chieda ai negozianti di Piazza Unità D’Italia, please! Si cimenta magistralmente con la delega bilancio comunale lasciandola altruisticamente subito ad altri per dedicarsi a quella al turismo-spettacolo-cultura-pari opportunità ritenuta più congeniale. Ed infatti qui realizza l’irrealizzabile, il sogno di tanti politici locali di lungo corso: riesce a portare l’Università a Teano. L’università, però, arriva, saluta e scappa via. L’arrivo dell’università crea entusiasmo, turismo, economia…ma questo avviene altrove, non a Teano. È risaputo che nel lessico corrente “portiamo l’università a Teano” vuol dire che ci sarà stabilmente una facoltà, un corso di studi, a Teano, ma ahi noi il senso è un altro. Il senso, però, come detto, deve essere per forza più alto e magari noi mortali non possiamo percepire queste celestiali intuizioni. Qualcuno (di cui ci occuperemo nelle prossime puntate) parafrasando il detto: è meglio avere amato ed avere perso, che non avere amato mai, potrebbe però giustamente obiettare dicendo: però c’è stata. Anche questo è vero. Chapeau! Crediamo, infatti, che impegnandoci, con lo stesso metodo riusciremmo a portare a Teano l’Università di Oxford e viceversa. Ma non divaghiamo troppo. Famosa per non essere quasi mai presente nella casa comunale per impegni di lavoro. Si mormora che una volta il Sindaco la cercasse in ogni stanza di Palazzo S. Francesco non trovandola. Beneinformati (malelingue che non son altro!) sostengono che avesse sbagliato indirizzo recandosi alla vicina Vairano Patenora, epicentro dei propri interessi. Nonostante le avverse condizioni economiche del nostro Comune riesce a fare le commemorazioni del 4 novembre a puntate come in una sit com prolungandole quasi a dicembre. Ma è in occasione delle passate festività natalizie che dimostra tutto il proprio valore ottenendo ciò che nessuno aveva mai conseguito: fare accendere le luminarie il 23 dicembre per farle spegnere a febbraio inoltrato in modo da istituire, ma sì crepi l’avarizia, anche le luminarie di S. Valentino e di Carnevale. Il tutto a gravare sulle tasche dei cittadini. Ben informati mormorano che la consigliera Zanga avesse in cuore addirittura di farle accendere il 24 dicembre, ma ciò non le fu possibile perché trovò l’ostruzionismo della ditta che, cattivona, non voleva lavorare alla vigilia di natale. Ma la Nostra non si ferma qui, anzi va avanti e raddoppia, spuntandola, per la prima volta nell’ultimo trentennio, a non fare mettere nemmeno una lucina in nessuna delle Frazioni. Si narra, in conformità alla politica della “fantasia” di questa amministrazione, che abbia giustificato tale cosa con i propri concittadini raccontando che non era Natale ma Pasqua e, si sa le luminarie si mettono in un altro periodo dell’anno.
Venendo ai giorni nostri, il Sindaco forte dell’impegno profuso e dei risultati raggiunti, nell’attesa di portare anche la luna nel pozzo (siamo a buon punto), la chiama al governo cittadino per riuscire a conseguire qualche altra primogenitura. Standing ovation
To be continued…
Carlo Cosma Barra