Prima di addentrarci in una abituale analisi del voto scaturito dall’ultima tornata elettorale per le elezioni regionali 2020, è d’obbligo evidenziare il significato della parola “masochismo” e del perché vogliamo soffermarci sulla stessa parola e sui suoi risvolti a seguito dei risultati elettorali. Sì, perché se si vota, banalmente si esprime un giudizio negativo o positivo su questo o quella linea politica, su questo o quel programma più o meno utile ai cittadini. Ebbene, il “masochismo” altro non è che “la ricerca del piacere attraverso il dolore; questo può essere psicologico (umiliazione) oppure fisico (algolagnia)”. Premesso ciò, andiamo a vedere come si è espressa questa “ricerca del piacere” cominciando dagli eventi politici di Teano. Prima, però, non possiamo che esprimere le nostre congratulazioni alla candidata locale, Antonella D’Andrea, non fosse peraltro che sicuramente è scesa nell’agone politico regionale spinta dai migliori propositi per la propria Città (Se vinco io, vince Teano) ed il risultato è stato certamente lusinghiero. Ma già qui, i Teanesi hanno dovuto pregustare gli effetti del “masochismo”. Non a caso abbiamo già avuto modo di sviscerarne le buffe motivazioni. La candidata Teanese Antonella D’Andrea, quella per intenderci “Se vinco io, vince Teano”, nonché sorella del Sindaco, nonché cugina della Deputata, Pina Picierno, aveva quale sponsor di riferimento tale Stefano Graziano (dell’agro aversano). Una Assessora Teanese, Lina De Fusco, invece, compagna di vita di un altro candidato alle regionali, competitor della D’Andrea ed appartenente allo stesso PD, gioco forza invitava i suoi concittadini a votare tale Massimo Schiavone da Sessa Aurunca, giustappunto suo compagno. Quindi, i Teanesi si sono trovati di fronte ad un grosso dilemma! Chi votare, la D’Andrea candidata Teanese con Graziano come sponsor, o Schiavone supportato amorevolmente da un’altra Teanese e per giunta Assessore della maggioranza? Tanto ci chiedevamo. Fatto sta, che il primo atto di “masochismo” i Teanesi l’hanno dovuto subire votando, direttamente o indirettamente due candidati extra paese. Ma l’atto di “masochismo” l’hanno subito ancora più dolorosamente quando nessuno dei due candidati è stato eletto! Come dire, masochisticamente, se ne sono andati con “una mano avanti ed una dietro”. O no? Ora passiamo all’Unto del Signore. Allo sceriffo, all’armagheddon, quel Vincenzo De Luca il quale, alla luce del suo 70% delle preferenze altro non appare come colui che “è sceso in terra a miracoli mostrare”. Si suppone, pertanto, che quest’uomo nell’arco dei suoi mille anni di amministrazione abbia realizzato cose strabilianti, inimmaginabili, ineguagliabili per i propri cittadini campani. O anche qui ci troviamo di fronte ad un patologico “masochismo”? Proviamo a smentire. Sanità (bene primario per eccellenza): “Il credito del Nord si trasforma in un debito per il Centro-Sud, costretto a pagare le prestazioni sanitarie dei pazienti che decidono di spostarsi fuori regione per ottenere le cure. L’immigrazione sanitaria penalizza le regioni del Mezzogiorno a beneficio di quelle del Nord. Il fiume di denaro scorre prevalentemente da Sud a Nord: 97% del saldo attivo confluisce nelle casse di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana. L’84% di quello passivo grava su Campania, Calabria, Lazio, Sicilia, Puglia e Abruzzo. A dimostrarlo è l’indice di fuga – l’ammontare del debito che viene generato da una regione nei confronti delle altre per il pagamento dei servizi – più alto in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, tutte con un debito superiore ai 300 milioni di euro per la Campania” (Rapporto GIMBE 2020). Per non parlare delle liste di attesa e per non parlare delle condizioni pietose dei nostri ospedali con i malati nelle corsie.
Vogliamo chiedere ai giovani della Regione Campania quanti posti di lavoro hanno trovato nella loro terra in questi ultimi anni? Abbiamo forse dimenticato le centinaia di ragazzi all’assalto dei treni quando si prospettò la chiusura delle Regioni del Nord a causa del Coronavirus? Forse, erano tutti lì in vacanza?
Vogliamo parlare di Ecoballe (balle!). Almeno ufficialmente l’Unione Europea controlla da oltre 12 anni le montagne di spazzatura accantonate a Giugliano e nella zona del lago Patria. Il 3 luglio del 2008 la Commissione diede inizio alla procedura di infrazione contro la Campania per “Mancata tutela della salute dei cittadini”. Un problema che 12 anni dopo è ancora lì, come se i milioni di euro che il governo ha anticipato fossero noccioline. I problemi della spazzatura dell’intera Campania vengono seguiti con attenzione e sgomento non solo dall’Ue ma dalle più importanti capitali: i nostri problemi e l’inspiegabile “no” a nuovi termovalorizzatori fanno discutere. Abbiamo un servizio di raccolta dei rifiuti che, almeno a Napoli, funziona a costi elevatissimi perché la spazzatura raggiunge buona parte del mondo a bordo di camion e di navi. È il servizio più caro d’Italia e d’Europa, con una Tari lontanissima dalla Tarip (tariffazione puntuale) che per la Campania è meno di un sogno.
Vogliamo parlare ancora della vergogna planetaria della “Terra dei fuochi”? Dopo avere esaminato i risultati della mappatura effettuata lo scorso 23 dicembre nei territori noti al pubblico come “terra dei fuochi” il Ministero delle politiche agricole, il Ministero della salute e quello dell’ambiente hanno deciso il blocco della vendita dei prodotti ortofrutticoli dei terreni dei 51 siti che sono stati classificati a rischio. Complessivamente la superficie delle aree interessate ammonta a 64 ettari di suolo agricolo. Sulla base delle informazioni raccolte è stata realizzata una classificazione del territorio in relazione alla tipologia di produzione agricola. Si è quindi deciso di vietare la vendita dei prodotti ortofrutticoli dei terreni classificati a rischio. L’immissione sul mercato delle singole colture è consentita ad almeno una di queste condizioni: a) che le colture siano state già oggetto di controlli ufficiali con esito favorevole negli ultimi 12 mesi; b) che siano state effettuate indagini, su richiesta e con spese a carico dell’operatore, dall’Autorità competente, con esito analitico favorevole.
Vogliamo parlare di operazioni poco trasparenti? “Scambi di bonifici con la stessa impresa e giro fondi a cifra tonda con causali generiche hanno destato l’attenzione dei funzionari: al centro di un paio di segnalazioni all’Antiriciclaggio di Bankitalia è finita la galassia societaria di Roberto De Luca. A far drizzare le antenne ai risk manager della banca sono stati non solo incassi e pagamenti, ma anche il fatto che condivideva con il padre e con il fratello Piero un conto corrente tramite il quale avrebbero effettuato le compravendite immobiliari. Come anticipato giorni fa da La Verità, pare che l’ex assessore del Comune di Salerno condivida al 50% con Carlo De Luca (che non sarebbe suo parente) tre società nella stessa sede legale: la Core finance srl (costituita nel 2012 con 16mila euro di capitale sociale), la Core finance società di revisione srl (attiva dal 2014, con 10mila euro di capitale sociale).
Ora, da cittadino contribuente, alla luce di questi esempi millesimali, mi chiedo, cosa può spingermi a dare di nuovo fiducia ed in maniera così eclatante ad una rappresentanza politico/amministrativa tanto fallimentare? Cosa mi spinge a candidarmi in una lista elettorale capeggiata da cotanta “eccellenza”. Forse una ragione l’abbiamo trovata. Tra le tante conseguenze psico-fisiche cagionate dal Covid 19, sicuramente c’è il “masochismo” cioè quella spasmodica “ricerca del piacere attraverso il dolore; questo può essere psicologico (umiliazione) oppure fisico (algolagnia)”.
Pasquale Di Benedetto