Un tenero ed affettuoso ”amarcord” quello di Luciano Passariello, il quale, ancora oggi, si diverte con il nostro compianto Tonino, ricordando i due, si perché si parlano ancora, le vicende che li hanno visti artefici di succose vicende degne del più viscerale attaccamento alla Polis. Vita genuina della Polis. Cosa penserebbe, oggi, Tonino della sua Città? Avrebbe, ne sono certo, fatto roteare il braccio con il giornale stretto nella mano, con le spalle un po’ ricurve, ed avrebbe esclamato: “….ma andate a quel paese!”. E siamo stati oltremodo eleganti. In questo dialogo, gli fa eco Claudio Gliottone, e pare aggiornare Tonino dicendogli che oggi Teano è caratterizzata da “solo infinita, multiforme, melmosa vergogna…..”. Bene, a Tonino, a Claudio e a Luciano, se può fungere da effetto placebo, dal canto mio, non posso che consigliare loro qualche buon libro sull’antropologia e suoi derivati. Tant’è. Un esempio? Sempre lo stesso: lo “snobbismo”, ovvero di quell’atteggiamento di distaccata superiorità o sufficienza, con ostentazione di presunta distinzione o raffinatezza espresso dal Primo Cittadino di Teano e di cui abbiamo avuto già modo di parlare. Infatti, come nella reiterazione di un reato, ancora una volta abbiamo avuto modo di avvalorare la nostra opinione in merito, se è vero, come è vero, che il Sindaco in una sua lagnanza rispetto ad un presunto accanimento del Giornale nei suoi confronti, è stato invitato, con dotazione di numero telefono personale, a contattare il Direttore, unico Responsabile civile e penale della Testata. Abbiamo atteso, invano, circa quindici giorni. Nessun contatto, nessun tentativo. Ecco, cari Tonino, Claudio e Luciano a cosa mi riferisco quando vi consiglio le teorie sull’antropologlia: “lavare caput asini haustus aquae transferendum et saponem”. Stesso teorema per ciò che concerne l’infausto destino di Teano: “Sidicini, da popolo fiero a popolo sottomesso”. Ed anche qui, esempi illustri che avrebbero voluto evitare quella “solo infinita, multiforme, melmosa vergogna….”, certamente non mancano. Quanti consiglieri comunali, assessori nomadi e parvenus della nostra politica, conoscono il significato di quell’affresco che campeggia nell’aula consiliare? Un altro nostro compianto conterraneo, certo Rino Feroce, ogni qualvolta se ne parlava, dimostrava tutta la sua fierezza ed orgoglio per la “disfatta degli Aurunci da parte dei Sidicini” da egli stesso così artisticamente rappresentata. Povero Rino: “Sidicini, da popolo fiero a popolo sottomesso”! E, visto che oggi, ci intratteniamo a discettare con l’al di là, vuoi Rino una dimostrazione di questa dannata sottomissione? Te ne parlerò con delle fotografie (disegno con la luce, non con i pennelli), perché oggi così si usa. Guarda qui in calce cosa ti propongo.
Ora ti spiego, e ti racconto per sommi capi la campagna elettorale per le Regionali del 2020 e dell’affidabilità “patriottica” di chi ci dovrebbe rappresentare. A sinistra noterai la candidata teanese Antonella D’Andrea, quella per intenderci “Se vinco io, vince Teano”, nonché sorella del Sindaco, nonché cugina della Deputata, Pina Picierno. La candidata sembra avere quale supporter di riferimento un altro stranger, tale Stefano Graziano (in foto). A destra, la neo Assessora (di che cosa non è dato sapere, visto che nei comunicati diramati a tutti i giornali, tranne il nostro, non è specificato il ramo di interesse assessoriale), Lina De Fusco. Ebbene, devi sapere, caro Rino, che la De Fusco sarebbe la compagna di vita di un altro candidato alle regionali, competitor della D’Andrea e dello stesso PD, tale Massimo Schiavone. E qui ti volevo! Schiavone è di Sessa Aurunca! Ora, si suppone che, i teanesi si troveranno di fronte ad un grosso dilemma! Chi votare, la D’Andrea candidata teanese con Graziano come gregario, o Schiavone supportato amorevolmente da un’altra teanese e per giunta Assessore della maggioranza? Ed il Sindaco, chi farà votare? Sua sorella con Graziano, o dovrà supportare i desideri della sua Assessora, compagna di Schiavone? Come vedi, caro Rino, come la gira e come la volti, dispiace per Te, i Sidicini, nel terzo millennio sono destinati a soccombere sotto i colpi destabilizzanti della famiglia Picierno-D’Andrea. O, peggio, sotto i colpi dello “snobbismo” che nulla ha a che vedere con il bene e lo sviluppo della Città di Teano. “Quod non fecerunt barbari (Aurunci), fecerunt Barberini (…….)”. Speriamo, così, di aver almeno fatto un po’ sorridere Tonino e Rino. Nel contempo, umilmente, ricordiamo a Luciano e Claudio l’importanza dell’antropologia.
Pasquale Di Benedetto