Credetemi: noi ce ne staremmo tranquilli tranquilli sdraiati sul divano a leggere un buon libro di saggistica o a scrivere di varia umanità, solo per esporre semplici punti di vista, senza il benché minimo desiderio, e meno che mai pretesa, che possano essere anche solo condivisi. Ma la “effervescenza” del nostro Sindaco e dei suoi sodali è tale che una coppa di “Veuve Clicquot”, al confronto, apparirebbe una banale limonata calda; ed emana sempre un irresistibile stimolo giornalistico, sia per il cronista mondano che per l’editorialista politico, da non poterci non stimolare a prendere carta e penna. Sì, la “effervescenza” della nostra amministrazione, pur nello aspetto volutamente riduttivo e benevolo del termine, è di quelle cose che danno l’ udito ai sordi, la vista ai ciechi, e la… parola a quelli non usi a tacere! Come non esultare, allora, scrivendo dell’ultimo mirabile “coup de theatre” ideato da quella gloriosa testa del nostro Primo Cittadino, che Dio l’abbia in gloria?! Di fronte all’ennesima presa di distanza di un altro dei suoi, stavolta il più sodale dei sodali, l’ Assessore e Capogruppo di maggioranza Pierluigi Landolfi, che ne ha pubblicamente descritto, come già fatto da tanti altri, il carattere accentratore e monocratico e che come gli altri non ha avuto il coraggio di spingere alle logiche e conseguenziali conclusioni il suo dissenso, che ti escogita il nostro Talleyrand? Sulle orme del mago Silvan, prende il cilindro, et voilà, ne tira fuori “un assessore esterno”!!! Perbacco! A tre anni dal suo insediamento, dopo una miriade di Giunte diverse, una delle quali formata anche con la partecipazione delle minoranze, cosa significa questo? E’ dovuto alla sua incapacità di relazionarsi con i colleghi eletti nella lista da lui presieduta, o alla sua certezza di poter sempre contare sulla assoluta loro dedizione, in qualunque modo si comporti e comunque li tratti? Sì, perché, nei fatti, il ricorso ad una “assessore esterno”, nel mezzo del percorso, equivale a dire: “amici miei siete degli incapaci ed incompetenti; ho provato in tutti i modi a farvi andare avanti, ho fatto ricorso anche alla benevola competenza degli oppositori, vi ho sostituito ed intercambiati in giunta ma non ho cavato un ragno dal buco. Ed allora chiamo una persona che io conosco e stimo di grande capacità e la inserisco in Giunta a fare quello che voi non siete stati capace di fare, alla faccia dei tremila e cinquecento voti di cui vi hanno gratificato i nostri concittadini. Probabilmente, nello esprimerli, facevano riferimento solo a me”. “Perchè io sono io, e voi non siete un c…zo” avrebbe aggiunto il Marchese del Grillo! Bravo. Anche il Presidente Mattarella ha agito così nei confronti di tutti i Parlamentari, ed ha chiamato al Governo Mario Draghi; ma stiamo parlando di Mario Draghi, e sia lungi da me ogni giudizio, di qualsiasi tipo e riferimento. Torniamo a noi. In sintesi, cosa traspare che abbia spinto il nostro Sindaco a tale decisione: scarsa stima dei suoi collaboratori; profonda convinzione che resteranno comunque al loro posto, nonostante tutto; necessità di surrogare inefficienze con competenza; volontà di dimostrare che se il tutto fa acqua è stato ed è solo per colpa loro? In tutti i casi è una ulteriore dimostrazione dello spirito monocratico ed accentratore di cui ha pervaso finora tutta la sua attività politica. Nei fatti una ulteriore figuraccia di un intero paese che, nonostante i suoi strateghi, le sue menti politiche eccelse, le famiglie “medicee”, e gli illustri personaggi blasonati, non ha saputo scegliere per sé neppure una Amministrazione che amministrasse, e niente di più.
Claudio Gliottone