Nella seduta odierna la giunta comunale guidata da Alfredo D’Andrea ha approvato la delibera di adozione del Piano Urbanistico Comunale. Una lotta contro il tempo, contro lo spauracchio di un commissario e soprattutto contro l’incapacità politica di dotare la città di uno strumento urbanistico. Perché quella del P.U.C a Teano è una storia lunghissima, che prima di chiamarsi P.U.C. si chiamava Piano Regolatore Generale. Tentativi su tentativi, nel tempo sono cambiati i nomi e Teano non riusciva a dotare la città di uno strumento urbanistico. Una storia dicevamo, racchiusa in 40 anni di fallimenti. Ad andarci vicino all’approvazione del P.U.C. fu la giunta guidata da Raffaele Picierno, con Gianpaolo D’Aiello delegato all’urbanistica. In quel caso una bocciatura in fase finale, ma da dire che gran parte di quel lavoro è servito anche per il P.U.C. che è stato approvato oggi. Oggi la longa manus di Dino D’Andrea è stato il delegato al P.U.C. Pierluigi Landolfi. È stato lui a seguire le varie fasi e a presentarlo più volte in sede istituzionale, fino alla proposta di adozione di questa mattina in giunta, passata all’unanimità. Fra non poche polemiche. Lo stesso Landolfi in consiglio comunale fu accusato ingiustamente di auspicare il commissario quando senza mezzi termini affermò che ” se la classe politica era incapace di dotare la città di uno strumento urbanistico, allora era giusto che a farlo fosse il commissario.” Come previsto dalla legge. Apriti cielo. Chi aveva avuto responsabilità di governo anche per 15 anni senza approvare il P.U.C., quasi si indignò perché ” noi lo abbiamo visto il commissario”. Ma questa è un’altra storia. Resta ancora qualche scoglio, si aprono ora le osservazioni e le varie fasi conclusive e poi bisognerà avere il placet del consiglio comunale. Qualche mese il tempo tecnico previsto, mentre il faldone è pronto per partire all’indirizzo della Regione Campania per la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale (B.u.r.c.).
La Redazione