La speranza non ci abbandona perché affonda le radici nella verità e nell’amore. (Paulo Evaristo Cardinale Arns)
" Sulla spiaggia le brume del mattino stendono un velo da sposa, svolazzi di tulle che il vento accarezza e fa fremere come i lembi del mantello bianco che avvolge, vela e rivela il Corpo del Maestro che incede glorioso" Triduo Pasquale, tre cantici del nostro Vescovo, Maestro spirituale di incredibile e alto profilo pastorale. Parole che si fanno svolazzi di tulle, nuvole di primavera, che si diradano per fare luogo al sole della Risurrezione. Brani stupefatti di un sottile paesaggismo, antico e prezioso come i paramenti gemmati dei Vescovi di Teano.”
Sorrento è già una girandola di colori e profumi coi caffè che sciorinano tavolini e gerani sui marciapiedi e folle di turisti dalla pelle candida e dagli accenti più strani.” “Oggi da Vescovo cerco di trattenere i miei Preti intorno all’altare della Cattedrale [di Teano] nella Messa Crismale del mercoledì sera. E’ cresciuta, forse, la coscienza dei fedeli sull’importanza di quel momento e per questo assiepano le navate romaniche. […] La luna imbianca il giardino dell’Episcopio, quando anche i seminaristi vanno via dopo Compieta, restituendomi al silenzio e alla comunanza con Gesù…” Allelúia, allelúia. Pascha nostrum immolátus est Christus. I Cor. 5,7 – Allelúia, allelúia. Il Cristo, Pasqua nostra, è stato immolato. In questo luminoso cammeo di incontri e ricordi emersi dai porti incantati della memoria e del cuore brillano e cantano Angeli che calcarono il suolo sidicino : Antonello, Paride,Elisabetta e altri ancora . E se Tu Don Arturo, lasciati intimamente chiamare per una volta così, mio Vescovo, gemma fulgida, adesso anche di questa nobile terra, avessi ridardato di un attimo soltanto questo tuo mirabile scritto ci avresti fatto incontrare anche l’anima poderosa e gentile del nostro don Raimondo. Nella baluginante chiarità della Pasqua. Non hai ritardato, pazienza, ti rifarai in altri momenti, con la tua saggezza ancestrale di Prete, eterno bambino, di Vescovo Pulcino, come ti autodefinisti la sera stellata della tua ordinazione episcopale e segnasti il tuo primo gol.
Stacci vicino, asciuga le nostre lacrime, benedici i nostri passi, illumina la notte dei nostri cuori, rafforzaci nella Fede con la forza della Parola di cui sei meraviglioso interprete. Veglia sulle nostre debolezze. Infinite. Intona per noi sulla cetra il canto della perfezione, mentre avvolti ancora in un velo di sonno Ti chiediamo insistenti “ Custos, quid de nocte? ” E un giorno, "perfectam diem", incontraci dove " ci riconosceremo e ci ameremo senza ombre e fraintendimenti…e poi?" Poi sarà alleluia.
Giulio De Monaco