Con l’ordinanza n.108 del 18/10/2018 il sindaco di Teano ha imposto il divieto di esporre e vendere gli alimenti all’aperto. L’ordinanza che è rivolta agli operatori che operano nel settore della vendita di generi alimentari, ha fatto scatenare una polemica che naturalmente come spesso accade in questi casi, divide chi la vede bianca e chi la vede nera. Ma in sintesi vediamo cosa prevede l’ordinanza:
Ordina
- Ai titolari di attività commerciali di cessare ad horas le esposizioni e la vendita all’esterno dei locali adibiti ad attività commerciale di ogni tipo di genere alimentare
- Ai frequentatori del mercatino giornaliero di cessare ad horas l’esposizionee la vendita sui marciapiedi di via Garibaldi di ogni tipo di predetto ortofrutticolo
In particolare è vietata l’esposizione di frutta, verdura, legumi, ortaggi, alimenti freschi e/o confezionati generi alimentari e simili al di fuori dei locali di vendita sia su suolo pubblico che privato e di uso pubblico passaggio con l’immediata rimozione di tutta la struttura utilizzata per tale attività.
Tra le sanzioni previste per gli inadempienti ci sono ammende che vanno da € 309,00 a € 30.987,00 o con l’arresto fino ad un anno di reclusione.
E’ un’ordinanza che trova la sua ragione d’essere nella necessità di tutelare la salute pubblica evitando l’esposizione di generi alimentari ai gas e polveri che inevitabilmente si accumulano sui prodotti esposti senza alcuna protezione.
Dall’altra parte però c’è anche la necessità di tanti piccoli venditori di poter vendere i loro prodotti, frutto diretto del proprio lavoro, con modalità che non facciano lievitare i costi di vendita.
L’ordinanza, nella parte che interessa i negozianti è francamente meno penalizzante in quanto si tratta solo di evitare l’esposizione della merce al di fuori del locale.
Questo problema era stato già affrontato dalla precedente amministrazione sulla spinta dell’Associazione artigiani e commercianti che avevano insieme concordato di organizzare una sorta di mercatino in Piazza 23 settembre utilizzando casette di legno ivi sistemate e pagate direttamente dai commercianti.
L’operazione non è andata in porto e meno male, diciamo noi, perché un insediamento di casette di legno ad uso mercato ortofrutticolo proprio al centro della città non sembra proprio una genialata ma, resta però l’ipotesi di trovare una diversa collocazione senza abbandonare il progetto di offrire a questi piccoli commercianti l’opportunità di disporre di un’area idonea a proseguire la tradizionale attività di vendita al piccolo dettaglio, comunemente definito (scampolo).
Il termine posto dall’ordinanza è perentorio, il comando dei vigili già da oggi dovrebbe far rispettare la disposizione con la conseguente applicazione delle sanzioni per gli inadempienti ma il buon senso imporrebbe di organizzare un incontro, questo si ad horas, tra le parti in causa, magari con la mediazione dell’ASCOM, e ricercare una diversa soluzione che non penalizzi nessuno ma che consenta nel contempo di non disperdere quella piccola parte di economia locale che si regge appunto proprio sui sacrifici di questi piccoli operatori commerciali fai da sè.
Intanto oggi è sabato e c’è il mercato settimanale. Chissà cosa accadrà con gli ambulanti di via Garibaldi che espongono sulle loro bancarelle ogni ben di dio, tra salumi, prosciutti, formaggi, pesce sotto sale e la consueta vendita di prodotti ortofrutticoli sulle bancarelle.
Marco Guttoriello