Si è concluso con successo il progetto biennale " A che santo votarci" realizzato dalla scuola alberghiera di Teano con il proposito di promuovere e divulgare iniziative che fanno conoscere e valorizzano il patrimonio enogastronomico dell’alto casertano e di Teano in particolare.
Il titolo è quanto mai bizzarro e dà l’impressione all’interlocutore, che si tratta di una ricerca sui Santi locali. La scelta non è stata casuale, in quanto il progetto (concretizzatosi in un opuscolo di ricette ed un libro) si è proposto di studiare la storia sidicina, catalogare i templi pagani, o meglio quello che è ancora visibile di essi e le chiese site sul territorio di Teano, senza tralasciare di approfondire la tradizione enogastronomica correlata ai templi e ai santuari. Fondamentale la guida dei docenti Zanni Silvana, Nocera Pasqualina, Zanni Carlo e Mottola Francesco sostenuti dal dirigente scolastico Raffaele Mannarelli.
«Il modo di dire comune “a che Santo votarci” titolo che abbiamo dato al nostro opuscolo – spiegano i docenti – può avere due accezioni: non sapere a quale divinità rivolgersi in caso di bisogno, oppure onorare tanti Santi da non saper prediligerne alcuno. Tutti i credenti, nel corso della storia, hanno avvertito questo dilemma. Quando, poi, alle divinità locali vengono aggiunte quelle venerate e imposte dagli invasori le cose si complicano, perché onorare una divinità comporta per la popolazione degli oneri: costruzione di templi, acquisizione di nuovi riti, costumi e sapori alimentari. Questo è ciò che, con molta probabilità, è capitato ai Sidicini durante I’ invasione dai Sanniti (343 a.C), e l’alleanza con i Romani. Non è nostra intenzione parlare della storia di Teano, questo è stato già fatto da illustri studiosi di archeologia e di storia, ma stupirvi aggiungendo un pizzico di novità al conosciuto: la cucina del sacrificio presso i templi e le tradizioni culinarie nelle ricorrenze cristiane del popolo sidicino».
L’I.P.S.S.A.R.T. ,da sempre , si pone come Istituto propositivo per la realizzazione e la divulgazione di progetti che fanno conoscere e valorizzano il patrimonio enogastronomico del territorio . E tutto ciò al fine di sollecitare gli allievi a non considerare i beni Culturali e Ambientali avulsi dalle esperienze quotidiane; far maturare l’interesse e la volontà di chiederne e sostenerne una partecipazione consapevole ai problemi della tutela e della conservazione del patrimonio archeologico; acquisire la consapevolezza che la testimonianza del passato, oltre a costituire memoria collettiva, è parte integrante del vivere quotidiano e deve essere assunta come risorsa potenziale del turismo religioso culturale e agro alimentare.
Alfonsina Antinolfi