Teano: dove ogni anno si perdono, per vari motivi, centinaia di residenti. Ed a spopolarsi sono soprattutto le frazioni e le contrade, ma anche il centro storico del capo luogo, dove il fenomeno è meno visibile perché vi risiede la maggior parte della popolazione dell’intero comune e quindi ottanta, novanta persone che vanno via non si notano molto. Il problema è più visibile nelle frazioni, dove i giovani si contano sulle punte delle dita di una mano e sono sempre di più quelli che lasciano i luoghi natii per il miraggio del nord o dell’estero come accadeva nel secolo scorso. Lasciano frutteti, castagneti, noccioleti e oliveti che danno olii pregiatissimi, a marcire nei campi. Ma lasciano soprattutto i propri cari spesso vecchi e malati, soli, ad intristire sempre più con la consapevolezza che non torneranno.
Di tutto questo i nostri amministratori sembrano non accorgersene. E pensare che la maggior parte di essi proviene da quelle contrade, continuano ad arroccarsi nel loro castelluccio e sembrano non vedere quello che giornalmente succede, sono sordi alle loro richieste di lavoro, di sicurezza e di miglioramento delle condizioni di vita. Sono pronti solo a rispondere ad una sola richiesta quella di dotare la frazione da cui provengono di una PIAZZETTA. C’è ne una in ogni frazione e sono di vario tipo. Vediamo. C’è quella pensile, quella con il gazebo per ascoltare la musica classica, quella con aiuole e fontane, quella con alberi rari ed esotici e quella con
Ma quello che non può mancare sono le panchine di varie forme e materiali che vanno da quella a vaso più disco volante a quella di pietra lavica e tutte serviranno per far sedere vecchi ,donne e bambini ma soprattutto i giovani, a meditare sul loro futuro non certo roseo, sul fatto che non hanno un lavoro e non hanno un soldo ne delle prospettive future. Resteranno seduti fino al mese di marzo: tempo di votazioni e di urne. Potranno finalmente scoprire se questa volta veramente andranno a lavorare al centro commerciale, sapranno finalmente se le riunioni estenuanti tra politici e sindacati non medici avranno salvato l’ospedale . Nel frattempo qualcuno organizza il toto consigliere provinciale, altri organizzano il carnevale, tre quattro compagnie teatrali amatoriali prepareranno un lavoro nuovo per la primavera, dieci quindici piccole attività commerciali chiuderanno, si formeranno due comitati d’emergenza per la festa di San Paride e per il 150 anniversario dell’Unità d’Italia e tutti insieme ci lamenteremo di come è ridotta male la nostra città “Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur” (mentre a Roma si discute Sagunto è espugnata).
Giovanni Caparco