‹‹Mia madre mi mise in braccio, mi voleva far vedere la scena, magari per farmi ricordare o per farmi vedere per l’ultima volta mio padre. Ma io non ho visto niente, lei mi diceva “u’vir, u’vir”… C’erano tutti alberi davanti, dissi di sì, ma io non ho visto niente, non ho mai avuto il coraggio di dirglielo. Adesso, adesso lo posso dire; è la prima volta che lo dico… io ero distrutta… ero piccola… io vedevo solo mia madre piangere…››.
Una delle testimonianze di una persona che aveva appena 7 anni, ascoltate durante la serata di sabato 6 novembre dove è stato presentato il libro-documento “Eccidi Nazisti Pignataro Maggiore Ottobre 1943” del prof. Giovanni Borrelli, curato dall’Associazione Culturale "La Città del Sole". La risposta all’evento da parte dei cittadini, registrati tra i centocinquanta e i duecento partecipanti, è stata la conferma che è stato affrontato un tema cardine della storia pignatarese, molto sentito, vissuto e protagonista di un graduale processo di involuzione nella memoria della collettività; quella
memoria che è invece sopravvissuta nelle soggettività e che, grazie a questo lavoro, è stata finalmente restituita alla collettività. L’importanza storica del documento è evidente soprattutto nella forte volontà, di Borrelli e di tutti i collaboratori, di riportare alla luce, dopo sessantasette anni e quasi in extremis, avvenimenti assolutamente mai trattati dalla storiografia locale, sconosciuti ai più della popolazione e lasciati nell’armadio del dimenticatoio da tutte le istituzioni, a partire dalla classe dirigente post-fascista sino ai tempi odierni. Significativi gli interventi delle istituzioni presenti, rappresentate dal Primo Cittadino Giorgio Magliocca e dalla Preside dell’IAC "Martone" Maria Francesca Magliocca, oltre alle fondamentali partecipazioni degli storici Felicio Corvese e Giuseppe Angelone. Rilevante la notizia della proposta, lanciata dal Sindaco Giorgio Magliocca grazie alla pubblicazione del volume, di intitolare una strada in onore delle vittime degli eccidi nazisti avvenuti il dodici e il quattordici ottobre del 1943. La Città del Sole,
inoltre, con l’unanime consenso dei partecipanti, delle istituzioni e dei familiari delle vittime presenti, durante la manifestazione ha espresso la volontà di voler avviare le procedure necessarie affinché Pignataro Maggiore riceva ufficialmente l’onorificenza di Medaglia d’Oro al merito civile, per i gravi eccidi di venticinque cittadini avvenuti nell’ottobre del 1943.
Il testo racconta di due stragi avvenute nel territorio pignatarese, una avvenuta il 12 ottobre, in cui furono freddate 9 persone e, l’altra avvenuta il 14 ottobre in
cui furono uccise 11 persone e, altre 5, tre uomini, una donna e un bamino vennero trucidati nei pressi del cimitero nello stesso giorno.In tutto le vittime sono circa 25, cittadini italiani assolutamente innocenti trucidati dai tedeschi.
I ragazzi dell’associazione hanno svolto questo lavoro da storici. Drammatico e toccante è stato il momento in cui proprio i ragazzi hanno recitato con tono commosso alcune testimonianze avute da persone che hanno vissuto quelle terribili esperienze.
Racconti di uomini costretti a scavare delle fosse che sarebbero dovute divenire le loro tombe.Persone che ricordano di quando da bambini hanno assistito all’uccisione del proprio padre da parte dei tedeschi con grande lucidità.
Ragazzine costrette a tingersi il volto con il carbone per sembrare “sporche”evitanto di subire così abusi sessuali da parte dei tedeschi.
Alcuni anziani, testimoni degli eventi, quasi alla fine della manifestazione hanno cercato di dare con la loro voce sofferta una ennesima testimonianza ma, il ricordo è troppo doloroso e pochi ci sono riusciti.
Il ricordo e il racconto è fondamentale, senza il recupero della memoria non c’è identità.Il futuro nasce dal passato attraverso la mediazione del presente.
I ragazzi vogliono ascoltare, e vogliono ascoltare soprattutto ciò che gli anziani hanno da raccontare.
Ha particolarmente toccato a manifestazione conclusa, vedere un anziano circondato da giovani che guardando le foto delle vittime esposte, con sentita emozione raccontava a questi ragazzini chi fossero quegli uomini.
Questo libro ha acceso un riflettore su una strage enorme mai menzionata sino ad ora e su un lutto non elaborato.
Lo scrittore Primo Levi, sopravvissuto all’olocausto alla domanda <Secondo lei potrebbe risuccedere tutto ciò?>, lui risponde di si, che potrebbe risuccedere
non in quella forma ma, in un’altra sicuramente si, perché la storio cambia nella forma ma non nel contenuto.
Nelle foto scattate da un fotografo notiamo un civile con una corda al collo. Qualcuno ha pensato che la corda veniva usata dei tedeschi per trascinare i corpi nelcimitero ma, potreppe anche essere stata usata per una impiccaggione.
Davvero drammatica la foto di un bambino piccolissimo, che per pietà da parte del fotografo viene inserito in una cassa di legno trovata stesso nei pressi del cimitero. Dalla foto infatti si riescono a vedere solo i suoi piedini.
Queste foto furono scattate il 20 di ottobre, molti giorni dopo la strage quindi di corpi stavano già andando in decomposizione.
Questi eventi riguardano tutti noi perché quelle vittime sarebbero putute essere un nostro genitore, un nostro parente, un nostro amico.
Noi come comunità abbiamo il dovere di riscoprire tutto questo e di non dimenticare.
Liberina Russo