“Caro lettore, Le scrive una persona che le vuole umilmente fare dono dei suoi pensieri. Pensieri che vengono da lontano, che si sono nutriti di futuro e, giorno dopo giorno, annodati da un indissolubile vermiglio domestico filo, ci fanno compagnia quando parliamo, ridiamo, ci sediamo insieme, ci confidiamo e ci ammoniamo o ci salutiamo con l’alba e con la luna. […] Perché un libro, attraverso muti segni arabescati, è un incontrarsi per ritrovarsi.” Questo è l’invito intriso di sentimento che la docente Esterina De Rosa, autrice del libro “Una Lettera al mese può far bello ogni paese”, ha rivolto ai destinatari di esso in occasione della sua presentazione avvenuta sabato 27 luglio, alle 18 e 30, presso la Sala del Loggione. L’evento, intitolato “Dalla mente al cuore. Tanti modi per incontrarsi”, è stato aperto dall’Assessore alla Cultura Prof.ssa Gemma Tizzano, che ha sottolineato la straordinaria capacità della scrittrice di approcciarsi alla realtà con la forza e, allo stesso tempo, la semplicità dei bambini, che sanno cogliere e mettere a fuoco anche i minimi particolari. E da questa riflessione si sviluppa il discorso della presentatrice della serata, la Prof.ssa Marisa Coppola, che afferma come quest’opera sia da considerare “un epistolario diretto a persone e cose”, una sorta di diario concepito come fatto assolutamente personale che scorre sul foglio alla velocità della penna, che manifesta un “legame indissolubile tra cuore, cervello e mano”.
Un libro che riflette stati d’animo diversi, che mutano in ogni lettore nel tempo e nello spazio; ma soprattutto brani di vita reale indirizzati a personaggi insoliti, ma carichi di potente attualità, come alla Barbie, a facebook, al termosifone, al naso, alla televisione, alla pubblicità. Ma non mancano i protagonisti fatti di carne e ossia tra cui il figlio, la maestra, il nonno, l’amico, il politico; e non si dimenticano i simboli e i valori tanto vigorosi un tempo e che ora sembrano appiattirsi sempre più (tanto che l’autrice arriverà ad ammettere e ricordare dolcemente che “Io e la mia amica Eugenia a primavera abbracciavo i campi e impastavo il tempo con parole e viole!”), come quando sceglie d’ “interloquire” col campanile e col tricolore. Al centro dell’attenzione sono, dunque, i grandi affetti, l’amore filiale per Claudia, che ha realizzato la colorata copertina del libro (a cui è dedicata una poesia al termine del libro: “Ti ho cercato per colmare dolori…ti sei fatta aspettare come un fiore insolito/ recalcitrante ad aprire i tuoi petali all’aurora…), ma anche l’amicizia (“L’amico è il guerriero che combatte le mie battaglie, lo stratega che trova la via che conduce alla vittoria, il confidente che coccola la mia anima e nutre i miei pensieri ma è soprattutto il compagno di viaggio che cammina silenziosamente al mio fianco, guarda le tracce che lasciano le mie lacrime e tace perché sono anche le sue di lacrime, invisibili, dettate da un dolore che ha raccolto”).
Passi toccanti del libro sono stati letti dal dott. Claudio Gliottone, accompagnato dal sassofono di Alfredo De Francesco e dalle fotografie di Mena Ventriglia proiettate in forma di slides.
Quindi, un invito a riscoprire la gioia che si nasconde nella quotidianità e che si traveste in sorriso, che è “l’unica possibile password che ci permette l’accesso in un’area protetta, altrimenti inaccessibile, come risulta essere a volte il cuore degli uomini”.