Nel breve excursus politico che abbiamo trattato durante la settimana, abbiamo evidenziato come il dire SI o NO al prossimo referendum non sia decisione da prendere a cuor leggero, e ne abbiamo sviscerato le insidie nascoste, delle quali pochi hanno il coraggio di parlare: la mistificazione della democrazia, il pericolo della plutocrazia e della oligarchia, il risparmio effimero.
Pericoli che si amplificano a dismisura se ci fermiamo solo un attimo a riflettere sul nostro presente politico, dopo il fallimento della “prima” e della “seconda” repubblica, e sui comportamenti istituzionali che rappresentano oggi il naufragio completo degli obiettivi dei nostri “padri costituenti”.
Mi rifaccio ad un articolo, pubblicato sul “Corriere della Sera” a firma di Sabino Cassese il 2 settembre u.s, e ne cito anche testualmente alcuni brani. Orbene, dal “Rapporto sulla legislazione” dell’Osservatorio sulla legislazione della Camera dei Deputati, nel 2020, si evince che il Parlamento, dall’inizio legislatura a metà luglio, ha prodotto leggi di sua iniziativa soltanto per un quarto di tutte quelle approvate: ci sono stati ben 63 decreti legge, che sono a genesi governativa, per un terzo dei quali il Governo ha posto la fiducia in sede di conversione. Però ha esaminato 860 emendamenti a questi DLPC. “Primo paradosso – dice Cassese – il Parlamento è sempre più a rimorchio del Governo: non legifera ma emenda, condannandosi ad un ruolo interstiziale, perché opera nelle maglie dei decreti legge del Governo. Il risultato è tante leggi, poco Parlamento”. Cioè in una Costituzione moderna, laddove si è storicamente approdati alla divisione dei poteri (il Parlamento fa le leggi, il Governo le mette in pratica, la Magistratura controlla che non vi siano devianze) abbiamo invece che il Governo fa le leggi, il Parlamento le convalida o tutt’al più le emenda, e la Magistratura a volte fa tutt’e due le cose! E questo avviene, oggi, con la presenza di 945 parlamentari: figuriamoci cosa avverrebbe con solo 600 parlamentari. Non vi pare che sarebbe più facile metterli all’angolo da parte del Governo, di qualunque colore esso sia?
Allora mi sembra che la vera palla al piede della nostra gestione statale non sia rappresentato dal numero dei parlamentari, ma da una devianza oramai irrefrenabile della detenzione dei poteri, da una prevalenza dell’uno sull’altro, col risultato che ad essere completamente marginalizzato sia proprio l’organo più importante dello Stato, il Parlamento. E vogliamo aumentare questa marginalizzazione diminuendone il numero dei rappresentanti? Vi sembra onestamente una soluzione? Aggiungo solo che nel succitato Rapporto sulla legislazione si fa anche riferimento al “monocameralismo alternato” laddove la necessità di convertire in legge i decreti governativi entro due mesi, impone ad una delle due Camere, in maniera alternata, di “approvare ad occhi chiusi il testo già approvato dall’altra”. È questo che voleva la nostra Costituzione?
Ora, a conclusione, è evidente che la riforma attuata, ed in attesa di approvazione popolare, non sia frutto di uno studio serio e ponderato, ed il fatto che abbia trovato l’opposizione di ben 183 costituzionalisti di tutti i partiti lo conferma ampiamente, ma della ennesima forzatura di una “antipolitica” che è il cavallo di battaglia di un movimento oggi al governo del paese, che faceva e fa della “democrazia diretta” contro la “democrazia rappresentativa” uno dei suoi punti fermi. Ed il suo legame con Rousseau che sosteneva la stessa cosa, è evidente nella intestazione del suo sistema telematico col quale votano persone con la presunzione di potersi e sapersi pronunciare sempre e su tutto! Dispiace che partiti di vecchia tradizione si siano lasciati abbindolare prestando il fianco per loro meri interessi elettorali.
Due ulteriori aspetti negativi nel nostro sistema politico: la marginalizzazione del Parlamento e l’antipolitica. Chi ha generato l’altra? Forse sono nate insieme e si vanno affermando, una con l’abuso dei decreti legge da parte del governo, l’altra con la riduzione drastica e trasversale del numero dei parlamentari. Madre di tutt’e due una forza oggi per la prima volta al governo d’Italia. Ognuno ne pensi quel che vuole!
Sperando di essere stato utile ad una migliore comprensione del problema.
Claudio Gliottone