Mi ero sempre chiesto perché un giornale come il nostro non può trattare anche eventi come la nascita di Giorgio, figlio di William che io chiamerò Guglielmo (figlio di Diana, con possibili antenati teanesi) e Kate che chiamerò Caterina. Non trovando un motivo ostativo decisi di partire, senza naturalmente informarne la Redazione che avrebbero, sapientemente, tentato di scoraggiarmi.
Prima di partire sono passato da Baffone e da Vitale al Corso per comprare un pensierino al piccolo Giorgio, tanto per non presentarmi a mani vuote, ero indeciso tra i campanellini di plastica e le farfalline che si mettono sulla culla per farli addormentare. Per i due novelli genitori ero indeciso tra le scamorze e qualche chilo di melanzane paesane, alla fine ho deciso per le olive di Gaeta.
Giunto a Londra, il 26 luglio all’aereoporto di Gatwic mi attendeva il mio fotografo personale, Rino, un bel giovanotto che ha fatto da controfigura al noto commissario Montalbano, che cura i nostri servizi fotografici dal Regno Unito.
Ci siamo subito diretti a Buckingham Palace perché le nostre fonti ci avevano informato che la famiglia di Guglielmo era ancora lì prima di trasferirsi altrove. Davanti al cancello principale ho provato a suonare il campanello ma nessuno rispondeva. Da lontano una guardia reale in divisa rossa ed un grande cappello a piume mi faceva il gesto del dondolo della mano (da noi significa “smamma”). Per evitare malintesi ho chiesto a Rino cosa volesse dire e lui, con molta sensibilità mi ha tradotto : “Ha detto se dovete fare qualche altro servizio andate pure perché qui c’è da aspettare molto”.
Mica mi sono arreso! Qualcuno mi aveva riferito che il principe William (Guglielmo) tiene in grande considerazione il suo predecessore, il Re Enrico VIII. Detto fatto. Ci siamo messi in macchina diretti al Distretto di Richmond, sulle rive del Tamigi dove c’è la stupenda residenza di Re Enrico VIII (quello che fece decapitare Anna Bolena colpevole di non avergli dato un figlio maschio). Giunti all’interno della reggia, non sapendo a chi chiedere mi sono seduto su di una panchina a fianco di un seguace del Re che sembrava molto ben introdotto (nel senso che aveva introdotto una buona quantità di vino). Sarà stato il suo inglese stretto o il mio sidicinese inglesizzato, certo è che il signore non mi è stato di alcuna utilità ma, il sottoscritto non si arrende facilmente. Disponevo di una foto del re e dissi tra me e me, quello di qua deve passare e così fu. Dopo un’attesa di oltre mezz’ora l’ho scorto avanzare furibondo mentre parlava con il suo segretario.
Mi sono avvicinato e coraggiosamente ho detto: “Io essere direttore Messaggio” e lui senza scomporsi ha intimato al segretario di sbattermi fuori. Fortunatamente è intervenuto Rino che ha confabulato con il segretario e dopo una lunga discussione mi ha detto:”Mr.X ha detto che se gli diamo 5 sterline ci fa entrare di nascosto nel parco. Il Re ama molto passeggiare sui prati e tra gli alberi. Non è improbabile incontrarlo”.
Abbiamo pagato e siamo entrati. Ci siamo acquattati dietro un cono verde. La fortuna questa volta mi è stata amica, all’improvviso mi è comparso davanti proprio lui, il RE. “Fotografalo” ho urlato a Rino. Gli sono andato vicino e dopo aver fatto un inchino con la gamba sinistra dietro la destra e piegamento in genuflessione, mi ha detto. “Non credere che con le cinque sterline che hai dato al mio segretario ora vorresti anche farti fotografare con me?” Sempre Rino interviene e chiede “How much?” Altre cinque sterline.
Evidentemente si applica la tariffa fissa. Ho pagato e mi son fatto fotografare con il Re.
Un costo necessario perché se non avessi ora pubblicato quelle foto voi avreste potuto legittimamente immaginare che questo articolo è una vera bufala.
Comunque il Re Enrico VIII non mi è stato utile, anzi mi è costato 10 sterline.
Una notte d’inferno ho trascorso, cercando di capire dove avessi sbagliato. Mi sono tra l’altro chiesto se per caso gli inglesi hanno qualcosa contro le olive di Gaeta.
Il giorno dopo mi aggiravo davanti a Downing Street, volevo assolutamente incontrare il Primo Ministro Britannico per esprimere le mie rimostranze e quelle della stampa italiana per il trattamento riservatomi.
Ormai rassegnato, ma non tanto da rinunciare, ci siamo diretti ancora verso Buckingham Palace per un ultimo tentativo.
Ho suonato ancora il campanello vicino al cancello principale ma nessuno mi ha risposto, ho cercato di fare segno agli uomini del picchetto davanti all’ingresso del palazzo, ma quelli si facevano sempre più minacciosi, ho provato anche a sventolare una copia de Il Messaggio. Ad un certo punto il mio fotoreporter Rino, mi ha sussurrato in un orecchio:” Direttore, non è aria. Se non ce ne andiamo questi ci arrestano”.
In un impeto di orgoglio e di rabbia repressa, ho fatto l’unica cosa che mi rimaneva di fare, mi sono mangiate tutte le olive di Gaeta:Alla faccia loro.
Il Direttore de Il Messaggio (dopo questo flop, forse ex)