I LOCALI – In particolare sono stati controllati a Capri 15 esercizi tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Portofino e Santa Margherita Ligure 10 locali tra discoteche, gioiellerie, spa, bar e ristoranti; a Porto Cervo ePorto Rotondo 14 locali tra discoteche di cui alcune con lido, ristorante e bar inclusi), gioiellerie e spa. A Iesolo e Sottomarina di Chioggia in Veneto i controlli hanno riguardato 26 tra discoteche, ristoranti, bar, gioiellerie e spa. Numerosissime le località toccate dai controlli in Puglia che hanno riguardato 36 esercizi: Monopoli, Molfetta, Bari, Torre a Mare, Margherita di Savoia, Bisceglie, Barletta, Fasano, Ostuni, Mesagne, Peschici, Vieste, Mattinata, Siponto, Lecce, Gallipoli, Porto Cesareo, Cutrofiano, Taranto, Leporano. Nel mirino del fisco in Sicilia sono invece finiti 5 esercizi tra Taormina, Cefalù, Catania.
IRREGOLARITA’ – Gli esercizi oggetto della maxi operazione sono stati selezionati dopo una «preventiva e approfondita attività di analisi del rischio» basata su elementi informativi presenti in Anagrafe Tributaria e sulla conoscenza del territorio che hanno fatto emergere anomalie e assenza di controlli. È quanto si apprende da fonti vicine all’operazione.
SINDACI – Controlli fiscali di routine e molto discreti a Portofino e a Santa Margherita Ligure. Le due note località balneari della Liguria, almeno per ora, sembrano non essere state interessate da operazioni straordinarie di accertamenti fiscali. «Fino a questo momento – dichiara il sindaco di Portofino Giorgio D’Alia- non ho notato nulla di diverso dal solito. I controlli sono di routine e molto discreti». I locali del borgo confermano l’impressione del sindaco. Anche a Capril’amministrazione è tranquilla: «Qui a Capri – spiega il sindaco Ciro Lembo – i controlli sono costanti: gli esercenti sono abituati». Valerio Zoggia, primo cittadino di Jesolo, si augura che la cittadina balneare non diventi una seconda Cortina: «Sono due o tre giorni che l’Agenzia delle entrate sta facendo controlli a Jesolo con una imponente task force di uomini: speriamo che vengano fatti senza fare sensazionalismo, come accadde per Cortina».
PORTOCERVO, ADDIO BARCHE – Barche in fuga da Porto Cervo. A scoraggiare i proprietari delle imbarcazioni, stando a quanto riferito da chi sull’isola ci lavora, sarebbero i controlli fiscali che negli ultimi anni hanno subito un’accelerata soprattutto nelle più rinomate località turistiche italiane.
Fonte: Corriere.it