Ha ragione l’amico Marco Guttoriello: il peggior nemico di Matteo Salvini è lui stesso. Ha saputo muoversi peggio di un elefante in una gioielleria, peggio di un rinoceronte nella sala degli specchi, senza paragoni con un coccodrillo nella vasca da bagno! Ha saputo dilapidare un patrimonio di consensi, acquisito con la non comune capacità di entrare in sintonia con la gente normale, quella che non elabora contorte esegesi di partito, che non ha la testa di sardina, né il pensiero di Zingaretti; ma quella che sa fare due più due e giungere a lapalissiane conclusioni di fronte a Presidenti non eletti dal popolo, a maggioranze non più rappresentative, a magistrati traffichini e imbroglioni che continuano ad amministrare una giustizia non giusta, ma deplorevolmente politicizzata, ad un Presidente della Repubblica dai lunghi letarghi, non a caso definito il Capo dello “Statico” da Veneziani.
Ma stavolta a dargli una mano a favore è giunto niente popò di meno che il governatore della Campania, con una caduta di stile più degna di un guitto di infima categoria che di un Presidente di Regione. I fatti li conosciamo tutti: l’uomo dal pugno di ferro nella difesa dal coronavirus, che ha saputo con energia far mettere in atto per tempo e con tenacia tutte le misure di salvaguardia della fase 1 e 2, si sgonfia e difende una indescrivibile quanto pericolosa bagarre cittadina per la vittoria in Coppa della squadra del Napoli. Cosa, quest’ultima che avrà fatto sobbalzare tutti i valenti quanto contraddittori virologi ed epidemiologi che si sono succeduti, in sistematica passerella, sugli schermi televisivi; tanto che le mega ammucchiate della tifoseria napoletana sono state biasimate ufficialmente anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E mi giunge proprio in questo momento la notizia di un nuovo contagio nella vicina Mondragone.
Ma il buon De luca le ha difese, non si sa bene in base a quale principio che non fosse elettorale, visto l’approssimarsi settembrino della rinnovo del Consiglio Regionale; e le ha difese facendo ricorso non a valide e razionali e ragionevoli argomentazioni, ma mettendo in campo un linguaggio da carrettiere nei confronti del Leader della Lega, arrivando ad espressioni più che becere quando ha tirato in ballo parti anatomiche ricorrenti solo nel lessico portuale.
Si badi che la mia, per essere una condanna di De luca, non è una difesa di Salvini: è solo una difesa del “bon ton”, della educazione, necessaria più che mai in chi vuol essere punto di riferimento, del “politicamente corretto” che dovrebbe illuminare i nostri rappresentanti, come avrebbe dovuto guidare il capo delle Lega, quando è comparso con il rosario tra le mani o si è inginocchiato tra la gente e, perché no, qualche politico a noi più vicino quando, appositamente ripreso e fotografato, smanettava con una bombola di ossigeno a dimostrazione del suo baluardo professionale contro la epidemia!
Non conosco gli effetti dell’intervento di De Luca; quelli provocati in me sono stati di profondissima delusione verso un politico che cominciava a piacermi.
Per dirla con Pippo Baudo, residua colonna dell’italianità nazional popolare, dopo la scomparsa di Sordi, di Claudio Villa e di Andreotti: “hai toppato, Vincenzo” ; stavolta “hai toppato”!
Claudio Gliottone