“Tanto tuonò che piovve”. La tradizione attribuisce la frase a Socrate; si racconta che un giorno questi stesse dialogando con un suo allievo nel cortile di casa; Santippe, moglie del filosofo, appena arrivata, iniziò a inveire contro di lui, poi si affacciò alla finestra e gli gettò una brocca d’acqua sulla testa. Parafrasando, potremmo accostare Socrate con Il Messaggio, il quale, da oltre un anno e mezzo predicava dello sconcio rappresentato dal poggetto “scarrupato” di fronte all’ex Ospedale, mentre potremmo accostare Santippe all’Amministrazione o chi per essa, la quale, evidentemente stanca di sentire la litania de Il Messaggio, a mo’ di “sfregio” gli getta un secchio, non di acqua, bensì di calce e cemento, ripristinando il manufatto “scarrupato”.
In sintesi siamo dovuti ricorrere a Socrate ed alle “Calende greche” per vedere ripristinato nella sua antica forma un manufatto destinato, molto probabilmente a restare “scarrupato” per sempre quale simulacro di quella Smart City tanto annunciata e tanto decantata. Però, però, mentre si erigeva il nuovo poggetto, udiamo il crollo di un altro egregio manufatto della Città di Teano. Ci riferiamo al campanile dei Cappelloni. Un campanile, come ci ricorda l’amico Antonio De Simone che è di proprietà del Comune di Teano congiuntamente all’edificio Regina Margherita. E, nel frattempo che attendiamo dal mese di Luglio 2020, la Riqualificazione di Piazza Santa Maria La Nova con annessa “vasca”, non vorremmo che anche quest’ultima si accasciasse al suolo irrimediabilmente.
E, mentre scriviamo, lo ammettiamo, siamo colti da un certo rimorso al solo pensiero che un qualche sprovveduto potenziale visitatore legga queste righe. Righe non certo edificanti per una Città di si fatta Storia, “governata” non certamente da mecenati, bensì da un buon numero di beceri incolti ed inconsapevoli del proprio habitat. Un habitat ridotto, ormai, ad un cumulo di macerie, dove già persino al suo ingresso (Torricelle), si percepisce un senso di abbandono e di degrado degno di un vivere incivile altrimenti ingiustificato ed ingiustificabile. Dove sono quei giovani acculturati e dottorati che menano il can per l’aia riempiendo Teano con il solo fiato della loro bocca annunciando “nuove pensiline”, “paline informatizzate”, “potenziamenti di arredo urbano”, le “riqualificazioni di Piazza S. Maria La Nova, Via Pioppeto e Piazza Duomo”? Dove sono quei giovani acculturati e dottorati che approvano il DUP (Documento Unico di Programmazione) 2020-2022? Un DUP che al punto “Missione 05 e relativi programmi” così viene trattato: “Appartengono alla missione, suddivisa nei corrispondenti programmi, l’amministrazione e il funzionamento delle prestazioni di tutela e sostegno, di ristrutturazione e manutenzione, dei beni di interesse storico, artistico e culturale e del patrimonio archeologico e architettonico”. Un mero esercizio di vanagloria e futile narcisismo senza averne compreso una, che sia una, parola nel suo significato intrinseco. ”Le funzioni esercitate in materia di cultura e beni culturali sono pertanto indirizzate verso la tutela e la piena conservazione del patrimonio di tradizioni, arte e storia dell’intera collettività locale, in tutte le sue espressioni”. Ma comprendete ciò che scrivete? O vi esercitate in un mero copia e incolla? Altro che Socrate! Altro che mecenati! Altro che amministratori!
Pasquale Di Benedetto