Giuliano Giuliani, papà di Carlo, il giovane rimasto ucciso negli scontri avvenuti durante il G8 di Genova torna a parlare in occasione dell’anniversario della morte:
“La morte di mio figlio una delle più grandi ingiustizie del nostro paese”.
Ovviamente, come si poteva immaginare, la frase ha creato il solito clima da stadio, le due fazioni si stanno dando battaglia con commenti che in alcuni casi è meglio non citare.
Il mio pensiero lo scindo in due parti.
In qualità di padre sono vicino al suo dolore, non mi sento in diritto di criticarlo, lui avrà cercato di essere un buon padre, avrà certamente dato dei valori al figlio, giusti o sbagliati che siano, avrà commesso degli errori e, forse oggi, scontrandosi anche con rimorsi e rimpianti che immagino lo attanaglino, ritiene che la morte del figlio sia una grande ingiustizia, nei suoi panni forse la penserei così anche io, cercherei una risposta, cerchi dentro di te un motivo valido per aver perso un figlio ventenne.
Se invece cerco di esaminare freddamente la questione, penso che le grandi ingiustizie sono la strage di Ustica, dove i parenti di 81 vittime attendono ancora di sapere la verità. Mi viene in mente la strage di Piazza Fontana che, dopo oltre 50 anni, non ancora ha dei colpevoli.
Le grandi ingiustizie secondo me sono altre, la morte di Carlo Giuliani, da qualsiasi lato la si voglia guardare, rimarrà sempre una grande disgrazia, un episodio che ha distrutto per sempre due vite, quella di Carlo e quella Mario, il carabiniere che poco più che ventenne, sparò, dall’interno della camionetta assaltata dai manifestanti.
Genova 2001, nel suo complesso, rimarrà una pagina buia per il nostro Paese.
Marco Guttoriello