In Italia, lo sappiamo, siamo soliti festeggiare con uova di cioccolato, colombe e gli immancabili piatti tipici di ogni regione che abbondano sulle nostre tavole. Nel resto del mondo, ovviamente, si hanno altre usanze.
Mentre noi abbiamo la nostra classica e tranquilla, toccante ma tranquilla, VIa Crucis, nelle Filippine la tradizione vuole che degli uomini sfilino frustandosi la schiena come simbolo dell’espiazione dei propri peccati.
In Spagna, durante la “Semana Santa”, (io l’ho vissuta, è credetemi, è un qualcosa che non si può descrivere) decine e decine di processioni raffiguranti storie della morte di Cristo riempiono le strade spagnole in cui i penitientes ( gli incappucciati) cabiano di volta in volta il colore del traje.
Per respirare un’aria più festosa bisogna spostarsi in Repubblica Ceca, dove le ragazze si divertono a dipingere delle uova da regalare ai ragazzi, i quali, per tutta risposta, le frustano sulle gambe con la Pomlázka, una frusta fatta di ramoscelli di salice, come augurio di felicità e prosperità.
In Bulgaria, invece, è d’obbligo partecipare alla tradizionale battaglia con le uova, mentre in Svezia, il Giovedì Santo, i bambini si travestono e passeggiano per le strade a caccia di dolcetti, un po’ come ad Halloween.
In Germania, come anche in Olanda, la Pasqua assume un carattere molto pagano, come festeggiamento dell’arrivo della primavera; vi sono, infatti, dei deliziosi mercatini in cui si vendono le decorazioni per le case. Ma non è tutto.
In tutta la Germania settentrionale, i “fuochi di Pasqua” forniscono uno spettacolo davvero affascinante e dal sapore un po’ mistico: i contadini, infatti, bruciano i rami secchi in grandi falò per mandare via i malefici e poi spargono le ceneri sui campi per propiziare il raccolto.
Alla fine di questa elencazione, abbiamo capito una cosa: il cibo è citato solo nella tradizione italiana.
Chell è bell a magnà
Maria Flora Grossi