I fatti di cronaca, quelli che riempiono la vita di tutti i giorni, possono essere raccontati in diverso modo. Come ce li raccontano, come li viviamo o come immaginiamo siano accaduti. Differenze non secondarie perché a seconda della scelta, i fatti assumono a volte un significato e valore diverso.
E’ il caso della notizia, da noi ripresa da Paese News, che parlava del sequestro del canile nella frazione di S.Marco perché, a seguito di un sopralluogo effettuato dai carabinieri della stazione di Teano, sarebbe stato riscontrato il mancato rispetto delle norme per lo smaltimento dei rifiuti e carenza di autorizzazioni. In questo canile, realizzato e gestito da una anziana e ricca signora E.V., di ottima e nota famiglia napoletana, coniugata con importante personaggio della Sanità Campana, sono stati rinvenuti oltre 200 cani dei quali solo 120 regolarmente microcippati, gatti, capre, un pony ed una pecora.
La situazione nella quale i militari hanno trovato il canile, con la proprietaria assente per influenza, è risultata subito allucinante, sia per le condizioni in cui si trovavano molti degli animali e sia per le condizioni igienico ambientali in cui versava la struttura, compresi i locali solitamente utilizzati dalla proprietaria quando soggiornava nell’abitazione adiacente il canile.
Ciò nonostante risulterebbe che l’ASL, benché a conoscenza della situazione del canile, per le numerose segnalazioni e denuncie ricevute nei mesi di febbraio e marzo scorsi, ha consentito che la proprietaria accogliesse ancora 6 cuccioli con la madre, abbandonati davanti alla struttura e non è stato richiesto invece, il prelievo e trasferimento in altro luogo più idoneo.
Il canile, per dovere di cronaca, esiste da circa 15 anni, in alcuni periodi ha raggiunto una popolazione canina di oltre mezzo migliaio di animali affetti da frequenti epidemie e picchi di mortalità elevatissimi. Queste situazioni hanno spesso provocato il sequestro della struttura che però veniva puntualmente riaffidata alla proprietaria.
Al termine del sopraluogo, oltre alle denunce alla proprietaria, sembra che nel provvedimento sia incluso il suggerimento di non affidare più gli animali alla proprietaria in quanto sospetta di patologia “animal hoarding”. Suggerimento che a quanto sembra non è stato accolto.
E qui forse è la soluzione ovvero la spiegazione di come sia stato possibile che si creasse una situazione così grave e pericolosa per la salute delle persone che gesiscono il canile e per quelle del territorio circostante.
Intanto chiariamo cos’è la patologia “animal hoarding”. Una patologia psichiatrica nota in Italia con il nome di “accaparramento di animali” dunque, la proprietaria del canile, che viene definita una generosa animalista, altro non è che una persona malata da lungo tempo, la cui dedizione agli animali (come spesso accade nei casi di “animal hoarding”) è stata per molto tempo equivocata e sfruttata per risolvere il pesante problema del randagismo sul territorio. Nel corso di tutti questi anni, a secondo delle modalità di avanzamento della patologia psichiatrica di cui è vittima, la signora ha spesso impedito le regolari e indispensabili cure mediche agli animali di cui si sentiva esclusiva “proprietaria” ostacolando il lavoro ed il controllo dei sanitari i quali tuttavia non hanno mai segnalato tale comportamento.
Queste considerazioni non sono frutto di una intuizione giornalistica, fanno parte di un lungo e addolorato sfogo delle figlie della signora Elvira V. , a rettifica di quanto contenuto nell’articolo citato in premessa. Le gentili signore da anni sollecitano gli operatori sanitari ad intervenire nella struttura ed arginare l’accumulo di animali custoditi dalla madre, al fine di impedire le conseguenze nocive per la sua salute personale e sia per bloccare i maltrattamenti sugli animali derivati dalla stessa patologia (incuria, mancanza di igiene, di cure sanitarie e detenzione prolungata) nonché per la tutela dell’ambiente circostante.
A questo proposito basti pensare che, da alcuni sommari calcoli effettuati sulle schede trovate all’interno della struttura, risulterebbe che nel corso degli ultimi 12 anni, per effetto delle numerose epidemie verificatesi, per la presenza di ossa di cani rinvenute, è stato calcolato che nel canile sono morti tra i 6000 ed i 7000 cani, in prevalenza cuccioli. Per effetto della mancata rimozione del cibo avariato, è stimabile che nella zona esista una colonia di ratti di circa un milione e mezzo di esemplari. Nel mese di febbraio scorso, nella camera da letto della proprietaria sono stati rinvenuti insetti necrofagi ( a causa della bassa temperatura esterna) insetti presenti sei in mezzo al sudiciume c’è almeno il cadavere di un animale..
Preferiamo non continuare, pubblichiamo alcune foto (raccapriccianti) che ritraggono l’interno dell’abitazione della proprietaria del canile, per testimoniare solo in parte la realtà appena descritta.
Non siamo affezionati ad emettere giudizi sommari ma, riteniamo che in questo caso ci sono tutti gli elementi per valutare definitivamente e compiutamente la grave situazione che è ormai conosciuta dall’ANPA, dall’ASL, dai Carabinieri, dai NAS, dal Comune di Teano. Hanno i mezzi e la conoscenza della situazione per potere intervenire, con competenza e tempestività, per arginare un fenomeno che già ora, si presenta molto ma molto grave per la salute della signora E.V e l’intera collettività.
A margine di questo articolo pubblichiamo una pagina della Companion Animal Hoarding che spiega dettagliatamente cos’è la “animal hoarding” .
Antonio Guttoriello
Il Hoarder non riesce ad agire anche a condizione di deterioramento degli animali, che spesso include la fame grave, disidratazione, infestazione da parassiti, le malattie dilaganti, attacchi tra gli animali, cannibalizzazione, e l’allevamento incontrollato, rendendo la situazione ancora peggiore nel corso del tempo. Sanitary conditions often deteriorate to the point where living and food preparation areas no longer server their original purpose, as clutter, urine and feces accumulate in living spaces. Le condizioni sanitarie spesso si deteriorano fino al punto in cui le aree di preparazione di vita e alimentare non più server di loro destinazione originaria, come il disordine, l’urina e le feci si accumulano in spazi abitativi.
Chi sono gli accaparratori di animali?
Perché è un problema di accaparramento degli animali comunità?
Self-negligenza, trascuratezza e l’abuso sugli anziani hanno accompagnato l’accaparramento degli animali, infatti, le agenzie di servizi sociali sono spesso fonte di reclami per accaparramento animali. Inoperanti utilities e alle pertinenze possono aggravare la mancanza di strutture igienico-sanitarie, rendendo inabitabile l’abitazione per gli standard normali. Disordine eccessivo e condizioni di sovraffollamento possono contribuire al pericolo incendio, mentre i livelli di ammoniaca dell’aria in residence degli accaparratori hanno superato i livelli considerati sicuri.
Come funziona accaparramento impatto animale nostri rifugi per animali?
Molti rifugi, manca lo spazio per alloggiare un numero così elevato di animali, in particolare come in molti casi non può essere sano e possono richiedere l’isolamento e / o cura medica. Inoltre, potrebbe essere necessario un rifugio per ospitare gli animali sequestrati per diversi mesi, lasciando poco spazio per alloggiare gli animali randagi e adottabili e preteso altre risorse che sarebbero altrimenti utilizzati per servire la comunità.
Perché è necessaria una legge speciale?
Accaparramento degli animali è un problema complesso e poco compreso che trascende la competenza di quelli accusati di rispettare le leggi sul benessere degli animali. Si tratta di un problema di comunità, che spesso coinvolgono questioni di salute pubblica, salute mentale, zoning, la costruzione di sicurezza e igienico-sanitarie. Anche con le leggi vigenti in materia di crudeltà verso gli animali e le ordinanze che limitano il numero di animali domestici per famiglia, questi casi sono difficili da risolvere. Quelli incaricati di far rispettare le nostre leggi di protezione degli animali spesso non hanno gli strumenti e le risorse per intervenire. I costi necessari per tenere gli animali sequestrati, mentre il caso viene risolto sono spesso al di là dei bilanci della nostra comunità rifugi-un caso accaparramento ha il potenziale per bancarotta un rifugio, che fornisce un servizio essenziale alla comunità.