Pregiatissimo Direttore,
è con grande piacere che comunico alla S.V. e al popolo sidicino, attraverso il Suo giornale, che il giorno 30 ottobre 2015, nella Caserma “Pietro Mittica” sede del Comando 132^ Brigata Corazzata “Ariete” ha avuto luogo la cerimonia di “intitolazione” della Sezione U.N.U.C.I. di Pordenone alla memoria della M.A.V.M. Col. f. (b) Catello Arivella, Vostro concittadino ed illustre figura di Ufficiale gentiluomo, nonché eroe di guerra nella campagna di Spagna e in quella dell’Africa Settentrionale.
Alla cerimonia hanno preso parte tutte le Autorità Civili, Militari e Religiose sia della Provincia di Pordenone che della Regione Friuli Venezia Giulia. Hanno presenziato alla cerimonia i Gonfaloni della Provincia del Comune di Pordenone, nonché centoventi labari di associazioni d’Arma e Combattentistiche di tutto il triveneto.
La cerimonia fortemente voluta dal Col. f.(b) Mario Biscotti, altro concittadino sidicino ha evidenziato un alto spessore di qualità nella sua organizzazione e eloquente monito a coloro che per anni hanno voluto ignorare la figura di Arivella quale Ufficiale di sani principi morali e di carattere.
La cerimonia ha avuto inizio alle ore 10,30 con l’ingresso della Fanfara dei Bersaglieri sul piazzale d’Onore della caserma e subito dopo un picchetto d’onore di trenta bersaglieri in armi. Successivamente sono stati resi gli onori al Generale Comandante della Brigata “Ariete”, ai Gonfaloni ed ai “Labari” della Associazioni d’Arma e Combattentistiche.
Durante la cerimonia ha preso la parola il Generale di Divisione Vezio Vicini, Ufficiale che negli anni cinquanta conobbe il Colonnello Arivella durante il periodo di permanenza trascorso nel Grande 8° Reggimento Bersaglieri. Successivamente all’allocuzione, la Signora Luciana Arivella, figlia del compianto Catello, ha fatto dono del nuovo “Labaro” di Sezione a tutti gli Ufficiali in congedo di Pordenone. Con la deposizione della corona d’alloro al monumento ai caduti, la benedizione del “Labaro” e il successivo rinfresco presso i locali della Sala Convegno Ufficiali la cerimonia ha avuto termine.
In una intervista fatta al Col. Mario Biscotti da giornalisti dei locali giornali è stato chiesto il movente della cerimonia e lo stile singolare posto in essere a distanza di tanti anni dal decesso di Catello. L’intervistato non si è sottratto alla domanda, forse un po’ provocatoria. Il Biscotti ha dato una spiegazione molto semplice e facilmente percettibile da chiunque. La motivazione, ha detto, è senz’altro riconducibile a ristabilire gli equilibri storici attraverso l’esumazione della reale verità. In sintesi è come dare a Cesare quello che è di Cesare e dare a Dio quello che è di Dio. Catello è stato un eroe di guerra . Un uomo che vanta due promozioni per merito di guerra, una medaglia di Bronzo, una medaglia d’Argento al Valore Militare e tantissime altre decorazioni sia spagnole che del Regio Esercito Italiano. Con tale pedigrì si può sicuramente acclarare che Catello è stato un Ufficiale di primo ordine nonché l’assertore primordiale della concessione della Medaglia d’Oro alla Bandiera di Guerra del Grande 8° Reggimento Bersaglieri.
Per completezza d’informazione, evidenzia che la motivazione della concessione della Medaglia d’Oro alla Bandiera dell’8° Reggimento Bersaglieri viene indicato il fatto d’arme occorso al Passo Halfaya, Sollum, quota Capuzzo in Africa Settentrionale ove Catello fu l’artefice principale dell’azione di guerra. Nel dopoguerra l’Ufficiale in parola non fu giustamente gratificato per il suo valore militare espresso nei vari episodi bellici. Fu ignorato, messo in disparte perché così volle il nuovo Stato nascente.
In conclusione, il Col. Biscotti afferma che il 30 ottobre 2015 giustizia è fatta, il Col. Arivella finalmente occupa il posto giusto nella storia d’Italia, il rispetto/stima di coloro che ancora oggi continuano ad apprezzare quei valori di onestà, fedeltà e di amor Patrio. Parole ormai in disuso nel nostro vocabolario e nei pensieri della nuova gioventù.
Alla luce dei fatti, non resta che ringraziare il Col. Mario Biscotti che ha avuto il coraggio di rispolverare la figura di Catello, evidenziare le sue doti di soldato, e additare quale atto sublime la condotta di vita militare assunto durante le campagne belliche, quella piena e consapevole fedeltà alla Bandiera espressa e mantenuta anche nei momenti più bui della vita militare. Si, giustizia è fatta!
Cordialmente
La Segreteria dell’UNUCI di Pordenone.