Mentre noi usciamo per comprare una busta di latte e un pezzo di pane, sprezzanti del pericolo, per prendere aria convinti che sia un sabato normale, Bergamo oggi piange altri 195 morti. Bergamo non ha mai smesso di piangere i suoi morti. E oggi, la curva torna a salire. I malati accertati superano gli ottomila. In una cittadina come Bergamo sono morte 1617 persone. “Sembra di essere all’inferno. Non vediamo l’ora di raggiungere il picco, per poi poter prendere la discesa. Ci aggrappiamo a questa speranza” commentano alcuni testimoni residenti in un paesino della provincia. Un dato positivo però: diminuiscono gli accessi al pronto soccorso. Beh, forse perché la gente ormai muore in casa, perché gli ospedali sono saturi, i cimiteri sono saturi. La Lombardia resta, ad oggi, la regione più colpita Il presidente della Regione, Attilio Fontana, in precedenza aveva posto l’accento sulle misure restrittive di questo periodo: “Capisco il sacrificio dei lombardi in questo momento, uno sforzo che non sarà vano. I dati degli spostamenti rilevati dalle celle telefoniche indicano che siamo al 35% degli spostamenti e siamo scesi di 7 punti in una settimana”. Restare a casa resta ancora l’unica soluzione per combattere contro un nemico di cui si sa poco.
Maria Flora Grossi