Sì: e nel gioco delle parti Abele è la vittima e Caino il carnefice. Almeno biblicamente parlando. Gli abitanti della terra sono solo quattro, e, a seguito dell’insano fratricidio, diventeranno tre. Poi diventeranno tanti, fino ad otto miliardi, ed il gioco delle parti sarà soggetto a cambiamenti. Così accadrà spesso, troppo spesso, almeno in Italia e per i motivi più disparati, che Abele assumerà la parte del carnefice.
Solo una boutade per reintrodurre e approfondire un discorso di mala-giustizia già iniziato in precedente articolo, esponendo, stavolta, cifre e dati incontestabili e pubblicamente documentabili. E lo faccio solo perché sempre meno persone scelgono e leggono i giornali, accontentandosi della sola informazione fornita dalle TV, troppe volte parziale e sfuggente, ascoltata magari davanti ad un bel piatto di spaghetti che, ed è bene che sia così, ruba la maggior parte della nostra attenzione. Lo faccio pure perché esistono cose più importanti dell’albero di natale che non si accende in piazza Duomo o delle strade appena rifatte deturpate dalla traccia della posa di fibre ottiche. Lungi da me, quindi, ogni considerazione politica attuale, se non quella iniziata almeno trenta anni fa da partiti veramente democratici e liberali.
Pochi sanno, ad esempio, che esiste un sito web dal titolo “errori giudiziari.com”: e questo la dice già lunga su un problema che nessuno ha mai voluto finora cercare di risolvere.
Così nessuno sa che:
- Dal 1° gennaio del 1991 al 31 dicembre del 2022 (appena trent’anni) gli errori giudiziari sono stato “appena” trentamila settecentosettantotto, con una media di 960 errori all’anno
- Che nel 2022 le detenzioni ingiuste sono state 547
- Che il costo totale di ciò per lo Stato Italiano, cioè per noi tutti cittadini, è stato di novecento trentadue milioni e novecento trentasette mila euro, cioè 2 milioni all’anno e 65 mila al giorno
- Danno al quale vanno aggiunti quelli derivanti alla salute di quanti ingiustamente perseguiti e condannati, inclusi molti suicidi.
- Che nessun magistrato, inquirente o giudicante che fosse, ha mai dovuto rendere economicamente e men che mai penalmente conto dei propri errori, che fossero dovuti a imperizia o inesperienza, o, accade anche questo, a visione politica.
Nel precedente articolo abbiamo parlato del caso Tortora, semplicemente vergognoso per l’atteggiamento persecutorio di alcuni P.M., ma che dire del caso di Beniamino Zuccheddu, condannato all’ergastolo e detenuto in carcere per trentacinque, dico trentacinque, anni per l’omicidio di tre pastori e poi riconosciuto completamente estraneo ai fatti, o di Nikola Kastratovic, accusato di rapina a mano armata in una villa del veronese, mentre lui era invece a casa sua in Serbia, e condannato a 12 anni di reclusione, dei quali dovette impiegarne 10 prima di essere assolto per non aver commesso il fatto?
Ultima considerazione: se fossero i medici a compiere 960 errori all’anno nell’arco di trent’anni sparirebbe la popolazione di una cittadina come S: Maria Capua Vetere: ma i medici ne pagherebbero le conseguenze economiche e legali; e queste ultime, per tutte le cose avanti dette, sarebbero le più pericolose.
Claudio Gliottone